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Che fine farà il comitato Cassese sui Lep?
Per il giudice emerito Cassese il comitato sui Lep sull’Autonomia continuerà a lavorare fino al 31 dicembre 2024. Ecco quali sono i rischi
Il comitato Lep (Livelli essenziali delle prestazioni), guidato dal giurista Sabino Cassese, si trova sotto i riflettori dopo la pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittime molte disposizioni chiave della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata. Una decisione che ha messo in discussione l’intero processo normativo che coinvolge i Lep, ribadendo che tali livelli essenziali devono essere definiti dal Parlamento, non dal governo o da un comitato tecnico come quello presieduto da Cassese.
La Consulta infatti ha stabilito che i Livelli essenziali delle prestazioni, fondamentali per garantire servizi minimi uniformi su tutto il territorio nazionale, devono essere approvati con una legge parlamentare o con una delega al governo che includa criteri e principi direttivi chiari. Questa direttiva pone un freno alla visione di un regionalismo competitivo proposto dalla legge sull’autonomia differenziata, promuovendo invece un modello cooperativo e solidale tra Stato e Regioni.
LA COMPOSIZIONE E IL FUTURO DEL COMITATO CASSESE
Il Comitato Lep è composto da esperti di alto profilo, tra cui lo stesso Sabino Cassese (presidente), Elisabetta Gualmini, Paola Severino, Giancarlo Giorgetti e Pier Carlo Padoan (qui tutti i nomi). Tuttavia, il gruppo ha perso membri chiave a luglio 2023, quando Franco Bassanini, Giuliano Amato, Franco Gallo e Alessandro Pajno hanno rassegnato le dimissioni. Secondo Bassanini, le dimissioni erano motivate dalle stesse ragioni espresse ora dalla Corte Costituzionale: l’impossibilità per un comitato tecnico di definire i Lep senza un chiaro mandato parlamentare.
Sabino Cassese ha confermato che il comitato continuerà a lavorare fino al 31 dicembre 2024, come previsto dal decreto istitutivo. Tuttavia, alla luce della sentenza della Consulta, il lavoro del comitato rischia di essere relegato a un ruolo consultivo, servendo come base per il Parlamento nella definizione legislativa dei Lep. Questo cambiamento potrebbe ridimensionare significativamente il peso delle proposte elaborate dalla commissione.
BASSANINI: CI DIMETTEMMO PER LE STESSE RAGIONI DELLA CORTE
“La Corte Costituzionale ha detto chiaramente che i Livelli essenziali delle prestazioni non possono essere stabiliti dal governo ma dal Parlamento con una legge o anche con una delega al governo che però preveda specifici principi e criteri direttivi” ha sottolineato Franco Bassanini. Per il professor Bassanini, quindi, i giudici “hanno messo in crisi il circuito comitato-governo perché a definire il Lep deve essere il Parlamento”.
In più “non si possono trasferire alle Regioni intere materie ma specifici compiti o funzioni quando le Regioni sono in grado di dimostrare di poterle svolgere meglio in relazione alle peculiari caratteristiche del loro territorio”. Di fatto, sostiene Bassanini, la Corte “ha chiaramente messo in discussione l’idea di un regionalismo competitivo” indicando che deve essere “cooperativo e solidale”. “E’ un radicale cambiamento rispetto all’impostazione della legge” afferma ancora. Quanto al lavoro del comitato presieduto da Sabino Cassese, alla luce della sentenza, ha affermato: “Che ci siano una serie di illustri ed esimi colleghi che lavorano per cercare di definire i Lep è sicuramente utile, ma questo lavoro va messo ora tra le carte che il Parlamento userà per definirli”.
Il comitato Cassese si trova ora in una posizione complessa. Sebbene il suo lavoro possa ancora fornire un contributo tecnico significativo, il ruolo centrale per la definizione dei Lep passerà così al Parlamento. Resta da vedere se il governo utilizzerà il lavoro del comitato come base per affrontare le nuove sfide poste dalla sentenza della Corte Costituzionale e dal quadro legislativo profondamente cambiato.