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Chi è Gabriele Gravina e cosa cambia in Figc

Gabriele Gravina ottiene il suo terzo mandato consecutivo alla guida della Figc con il 98,68% dei voti. Insieme a lui eletti anche i consiglieri federali. Non è certo una sorpresa: il presidente federale era l’unico candidato, dal momento che nessun’altra proposta era pervenuta nei termini stabiliti. Ma cosa succederà adesso nella FIGC? Il nuovo vecchio presidente è chiamato a riforme cruciali e imponenti, ecco cosa dice il suo programma. 

All’hotel Cavalieri-Waldorf Astoria si è tenuta l’Assemblea elettiva della FIGC. Gabriele Gravina conferma il suo ruolo da presidente, per la terza volta consecutiva. Per il prossimo quadriennio, Gravina rimarrà dunque alla guida del Consiglio federale della Figc, organo normativo, di indirizzo generale e di amministrazione della FIGC.

Insieme a lui sono stati eletti anche i consiglieri federali: in quota Serie A Giuseppe Marotta, Stefano Campoccia e Francesco Calvo; per la Serie B Giovanni Carnevali, per la LegaPro Daniele Sebastiani. La Lega nazionale dilettanti ha eletto Ilaria Basserla, Sergio Pedrazzini, Giacomo Fantazzini e Giuliana Tambaro. Per quanto riguarda i calciatori abbiamo Davide Biondini, Sara Gama, Umberto Calcagno e Valerio Bernardi. Infine, per quanto riguarda gli allenatori, sono stati eletti Giancarlo Camolese e Silvia Citta.

Ricordiamo che da quest’anno sono fuori dal consiglio federale gli arbitri (Aia). All’evento erano presenti anche il presidente della Fifa Gianni Infantino e la guida dell’UEFA, Aleksander Ceferin. 

CHI È GABRIELE GRAVINA

Gabriele Gravina nasce nel 1953 a Castellaneta (TA), in Puglia. Laureato in Giurisprudenza, la sua ascesa ai vertici del calcio italiano inizia con la favola del Castel di Sangro, squadra di un piccolo centro abruzzese, di cui presidente e amministratore tra il 1984 al 1996. Sotto la sua presidenza, la squadra fu protagonista di una cavalcata epocale, che la portò, nel breve volgere di quattro anni, dalla serie C2 alla Serie B.

Una favola con un finale controverso, che si lasciò dietro un lungo strascico di polemiche e un libro scandalo di grande successo, The Miracle of Castel Di Sangro di Joe McGinniss, giornalista americano che s’innamorò di quella storia e decise di seguire l’avventura della squadra in Serie B, salvo poi scagliare pesanti accuse contro la dirigenza. Come già noto, Claudio Lotito non figurerà più tra i consiglieri federali, 

Nel frattempo Gravina abbandona la presidenza della squadra abruzzese e inizia la sua scalata al sistema calcio. Agli inizi degli anni Novanta, diventa Consigliere federale e Consigliere della Lega Professionisti Serie C. Nel 1998 è alla UEFA come membro della Commissione per l’Assistenza Tecnica e Amministrativa. Di lì a breve fa il suo ingresso nel settore tecnico della FIGC, come vice presidente, e viene nominato capo delegazione degli azzurrini U-21, incarico che ricoprirà fino al 2015. Nel frattempo partecipa alla trionfale spedizione della Nazionale maggiore ai mondiali del 2006 come membro della delegazione. Tra il 2005 e il 2015 è Consigliere delegato, membro del consiglio di amministrazione e amministratore delegato di Federcalcio srl, la società che gestisce il patrimonio immobiliare della Figc.

Nel dicembre 2015, è eletto presidente della Lega Pro, incarico che ha ricoperto fino al 2018, quando viene eletto alla guida della Figc, subentrando a Carlo Tavecchio.

LA PRESIDENZA DELLA FIGC

La vittoria alle elezioni federali è frutto di un’intesa con Cosimo Sibilia, che diventerà suo vice, volta a evitare il commissariamento della Figc dopo la fallimentare esperienza della Nazionale ai mondiali di Russia 2018.

Nel 2021 si ricandida proprio contro Sibilia, venendo riconfermato e consolidando una posizione di leadership assoluta e pressoché incontrastata all’interno degli organi federali.

Durante il secondo mandato, Gravina deve affrontare il caso calcio scommesse, mentre la Nazionale ottiene risultati alterni: prima la vittoria nell’Europeo disputatosi lo stesso anno, poi, durante l’edizione 2024, la cocente eliminazione rimediata con la Svizzera agli ottavi.  

In estate, alle voci che chiedono sue dimissioni, Gravina risponde con una mossa alla Macron, convocando elezioni anticipate, che è ragionevolmente sicuro di vincere. A novembre, quando si sarebbe dovuta eleggere la nuova presidenza, si vota invece una riforma allo Statuto proposta proprio da Gravina, che esprime una versione più moderata delle direttive contenute nell’emendamento Mulè al decreto sport, rimandando le elezioni al 2025. La proposta di Gravina ottiene l’ok dell’assemblea con oltre l’83% dei voti, rimodulando la governance della Figc e assegnando maggiore autonomia e potere di voto alla Serie A.

IL PROGRAMMA DI GRAVINA PER IL TERZO MANDATO

Nonostante la rielezione con un consenso schiacciante, Gabriele Gravina si trova ad affrontare diverse sfide nel suo terzo mandato alla guida della FIGC. 

La strategia è delineata nel suo programma elettorale, intotolato “A vele spiegate. Piattaforma programmatica 2025-2028”, che ora sarà chiamato a mettere in pratica. 

Una delle proposte più ambiziose per il necessario sviluppo dei settori giovanili riguarda l’introduzione di un Tax Credit per gli investimenti nei vivai e il riutilizzo dei ricavi delle scommesse a favore del calcio femminile, giovanile e per lo sviluppo degli impianti. Su questo punto, tra i più problematici, Gravina chiede leggi speciali mirate a snellire gli aspetti burocratici, anche in vista della lista di strutture da indicare all’UEFA per Europei 2032.

Un’altra nota dolente riguarda la sostenibilità economica dei club professionistici. Gravina intende implementare nuovi criteri finanziari per il monitoraggio e l’ammissione dei club, ispirati a principi di solvibilità e solidità, al fine di garantire una gestione più responsabile e trasparente. 

Non mancano, infine, le tensioni politiche interne al mondo del calcio italiano. La candidatura di Gravina per il terzo mandato non è stata accolta favorevolmente da tutte le componenti federali e ha portato a una spaccatura interna alla Lega Serie A. 

Affrontare queste sfide e superare le divisioni sarà cruciale per il successo del prossimo quadriennio e per il rilancio del calcio italiano a livello nazionale e internazionale.

 

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