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I pastori sardi tornano sul piede di guerra: disattese le promesse del Governo

Pastori Sardi

Dopo le proteste di febbraio, le trattative per portare il prezzo a 1 euro al litro si sono arenate. Ora il Movimento pastori sardi torna a riunirsi nelle assemblee e non si esclude che ricominci a farsi sentire

Tornano a farsi sentire i pastori sardi e chissà che questa calda estate non ci riservi qualche sorpresa anche su questo fronte. Dopo le proteste di febbraio, le promesse del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini e l’aumento del prezzo del latte di capra e di pecora di 14 centesimi al litro – un primo step per arrivare alla soglia di 1 euro – non si sono fatti ulteriori passi avanti. Per il momento, a cambiare, è stato solo chi siede sulla poltrona di governatore dell’isola, andata all’esponente di centrodestra – sostenuto dalla Lega – Christian Solinas. Ora riparte la mobliitazione, per il momento fatta solo di assemblee e di dichiarazioni alla stampa.

COS’ERA SUCCESSO

A febbraio erano cominciate in tutta la Sardegna le proteste dei pastori – con blocchi stradali e manifestazioni – per chiedere un innalzamento del costo del latte, da 60 centesimi a 1 litro. Nella prefettura di Sassari c’era stata la trattativa con gli industriali e si era trovato un accordo per portare il prezzo a 74 centesimi, una sorta di acconto in vista di un conguaglio, a novembre, in base al prezzo del Pecorino romano. L’accordo venne firmato, dissero i portavoce dei pastori, “per senso di responsabilità” ma chiarirono che “non erano soddisfatti”.

Si ricorda anche un incontro tra una delegazione di pastori insieme a rappresentanti di consorzi, imprenditori, cooperative e industriali e il ministro dell’Interno e leader del Carroccio e il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, durante il quale Salvini aveva promesso che avrebbe trovato “una soluzione entro 48 ore per restituire dignità e lavoro ai sardi” e per portare – come richiesto – il prezzo del latte a 1 euro al litro.

Nel frattempo, peraltro, l’inchiesta sul prezzo del latte sardo avviata dall’Antitrust nei confronti del Consorzio per la tutela del formaggio Pecorino Romano si è risolta con un nulla di fatto. Piazza Verdi intendeva verificare se agli allevatori fosse stato imposto un prezzo di vendita del latte inferiore ai costi medi di produzione. L’accordo sui 74 centesimi al litro ha però fatto venir meno i presupposti per rilevare un’eventuale pratica commerciale scorretta.

RIPARTONO LE ASSEMBLEE

Giusto dieci giorni fa il Movimento pastori sardi si è riunito a Villacidro per tornare a confrontarsi – riferisce l’Ansa – non solo sul prezzo del latte ma su tutti i problemi della filiera produttiva, come il costo degli agnelli e delle pecore, la questione della macellazione e della preparazione dei formaggi per la vendita in mercati provinciali o nei circuiti parentali, e pure gli alti costi dei trasporti e degli approvvigionamenti. Inoltre, si vuole scrivere una bozza di legge sul pastoralismo da portare in Consiglio regionale tra fine estate e inizio autunno. “Una legge che emergerà dalle assemblea come quella di oggi – ha detto all’agenzia di stampa il leader storico di Mps, Felice Floris – e non escludiamo neppure di avviare una raccolta di firme per supportare la nostra proposta che dovrà essere discussa dal Consiglio”. Del resto, aggiunge, “i pastori hanno perso la pazienza da tempo: il problema non è solo il prezzo del latte, un intero sistema non va bene. L’obiettivo – chiarisce – è quello di cercare di abbassare i costi di produzione, magari stipulando patti di filiera con i contadini, e dare sostegno alla promozione dei piccoli caseifici”.

Un altro portavoce del Movimento, Gianuario Falchi, è stato intervistato da Lettera 43. “Mi chiedo com’è possibile che non si vogliano scoprire le responsabilità della crisi di un intero settore. Che senso ha insabbiare tutto?” si domanda Falchi il quale ha ricordato che i pastori non sono stati ancora ricevuti dall’assessora all’Agricoltura, Gabriella Murgia, a due mesi dall’insediamento della nuova giunta regionale. “Siamo stanchi e delusi da tutti, presi in giro. L’umore è davvero a terra” ha evidenziato.

 

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