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Bersani, D’Alema, Speranza, Prodi: chi torna e chi parla al nuovo Pd

Elly Schlein Attira I Vecchi Pci

Elly Schlein attira tanti vecchi compagni (ex Pci): pronti a tornare al Nazareno i fuoriusciti di Articolo Uno e non solo

Un partito moderno che raccoglie le richieste, economiche, sociali e civili, dei millennial e di chi non si sente rappresentato dalla “vecchia” politica. È così che Elly Schlein ha provato a presentare il “suo” Pd, il partito che i votanti alle primarie (ma non gli iscritti) le hanno consegnato. Ma è davvero così nuova la classe dirigente che sostiene la ex vicepresidente dell’Emilia Romagna?

LA SEGRETERIA SCHLEIN DIVISA: ISCRITTI CONTRO SIMPATIZZANTI

Partiamo dal radicamento della nuova segretaria all’interno del partito. Le primarie del Partito democratico si sono svolte in due fasi. Nella prima tornata, riservata agli iscritti al Pd, i 151530 votanti hanno potuto scegliere tra Bonaccini, che ha ottenuto il 52,87% delle preferenze, Schlein, con il 34,88% dei voti, Cuperlo, con il 7,96% delle schede e De Micheli, scelta dal 4,29% dei votanti. Questo svantaggio iniziale non ha fermato l’ascesa di Elly Schlein che, una settimana dopo, in primarie aperte a tutti molto partecipate (più di un milione di elettori) è stata preferita a Bonaccini dal 53,75% degli elettori.

I DUE ELETTORATI: PRO BONACCINI VS PRO SCHLEIN

Ma come sono gli elettori che hanno preferito Elly Schlein? Lo studio “Le primarie del partito democratico 2023” della Società Italiana di Scienza Politica ha individuato due elettorati “relativamente simili rispetto ad età, livello di istruzione, interesse per la politica e partecipazione a precedenti primarie” ma divisi nel campo delle idee. Gli elettori che hanno voluto affidare il Pd a Elly Schlein si “collocano decisamente più a sinistra di quelli di Bonaccini. Inoltre, alle elezioni parlamentari del 2022, i sostenitori di Schlein hanno votato in misura relativamente maggiore Alleanza Verdi Sinistra e Movimento Cinque Stelle”.

L’INTESA TRA IL PD DI SCHLEIN E IL M5S

Il “nuovo” Pd guarda a sinistra e sembra voler offrire una riedizione dell’alleanza “giallo-rossa” con il M5S. “Sarebbe irresponsabile non cercare, anche nelle differenze, dei terreni comuni- ha detto la segretaria dopo la manifestazione di Firenze -. Ne lancio uno alle altre opposizioni: il salario minimo. Facciamola insieme una proposta per il salario minimo. Facciamolo per i nostri giovani che, con salari bassi e contratti precari, sono costretti ad andare via dall’Italia”.

PRODI: “NIENTE ALLEANZE SENZA PROGRAMMA”

Sul nodo delle alleanze la nuova segretaria ha ricevuto un consiglio dall’ex Premier Romano Prodi. “Sono convinto che Schlein ora deve definire il programma del Pd: solo quando c’è un programma ben preciso allora una forza politica è traente dell’alleanza, ma se parte dalle alleanze quando ancora non ha un programma, allora diventa debole – ha detto a “In mezz’ora in più” su Rai 3 -. Schlein deve aggregare la società questo è un compito importantissimo se vuole che un giorno il centrosinistra prenda la maggioranza del Paese. Alleanze e aperture vanno assolutamente fatte, e fatte in modo che possano durare nel tempo”.

SUPERMEDIA: L’EFFETTO PRIMARIE PREMIA IL PD DI ELLY SCHLEIN

Un approccio che sembra convincere gli elettori. Nelle ultime rilevazioni della Supermedia Youtrend si riscontra un “effetto primarie”, ossia la crescita significativa (quasi 2 punti in 2 settimane) del Pd. Ad essere cannibalizzati sono proprio i suoi possibili alleati di M5S, che lascia sul terreno un 1,4% e l’alleanza Verdi-Sinistra, che perde lo 0,6%. In ogni caso i rapporti di forza non sono intaccati e il campo progressista, con Pd, M5s e Verdi/Sinistra, si ferma al 40% (il centrodestra, seppur in lieve flessione, è al 46,7%).

GLI ISCRITTI PD DI RITORNO: DA ARTICOLO UNO AI BERSANIANI RITROVANO GLI EX PCI ZINGARETTI, ORLANDO, AMENDOLA

“Farò di tutto per salvaguardare il pluralismo all’interno del partito, ma ora abbiamo una direzione chiara. Mia responsabilità sarà quella di essere la segretaria di tutti – ha detto la nuova segretaria a Che tempo che fa -. È finito il tempo dei personalismi e della conflittualità interna, che è tutta energia sprecata”. A guardare bene il “nuovo” Pd Elly Schlein non è poi così nuovo. Anzi proprio la sua elezione alla segreteria potrebbe essere il tassello necessario per un ritorno all’ovile di chi aveva voluto rompere con un Pd troppo riformista. Si tratta dei componenti di Articolo Uno (tra loro molti ex Pci), che hanno apertamente sostenuto la candidatura di Schlein. “Mi iscriverò al nuovo Pd, la svolta c’è”, ha detto il leader di Articolo 1 Roberto Speranza. E così farà anche buona parte della classe dirigente di Articolo Uno (che si potrebbe sciogliersi per trasformarsi in un’associazione politico-culturale). Alfredo D’Attorre, Nico Stumpo, Arturo Scotto, Maria Cecilia Guerra, eletti alla Camera Pd, sono pronti a tesserarsi. Di più, secondo quanto scrive Il Giornale, D’Attorre e Scotto vorrebbero un ruolo nella segreteria del Pd, meglio se di responsabile degli Esteri. “Ci sono tante persone che si erano allontanate dal perimetro della sinistra perché non si sentivano più rappresentate – ha detto nei giorni scorsi il coordinatore di Articolo 1 Arturo Scotto – e che ora, invece, vogliono entrare a far parte del nuovo progetto”.

IL MONDO DEGLI EX PCI, BERSANI: “ELLY SCHLEIN MI STA CONVINCENDO”

L’ex ministro della Salute Speranza ha fatto un appello affinché anche Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema si iscrivano: “Hanno sempre sostenuto il percorso e le scelte di Articolo Uno. Lo spero, ma non devo io parlare per loro”. A rispondere all’appello è solo l’ex segretario del Pd. “Elly Schlein mi sta convincendo, il problema è quali sono i passi da fare adesso. Voglio essere sicuro che l’allargamento continui – ha detto l’ex segretario Pd ospite di Non stop News, su RTL 102.5 -. Ci vuole un meccanismo per ridarci l’apertura, un partito può stare insieme se ognuno può far valere le proprie idee. E poi la costruzione del campo: continuo a predicare che il Pd non deve percepirsi come punto di equilibrio del sistema. Il Pd deve essere attivo per costruire un’alternativa. Se così fosse entrerei nel Pd, ma da militante”. Bersani potrebbe trovare al Nazareno vecchi compagni di partito come gli ex Pci Nicola Zingaretti, Andrea Orlando, e Vincenzo Amendola.

IL MONDO DEGLI EX PCI, MASSIMO D’ALEMA: “SONO IN PENSIONE”

Niente da fare per Massimo D’Alema. “Davvero non saprei cosa rispondere perché io sono in pensione, sono in pensione da almeno 7 anni – ha detto l’ex ministro degli esteri -. Non so davvero come posso partecipare al dibattito. Ripeto: sono in pensione”.

 

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