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Napoli, cosa succede nella giunta comunale dopo l’addio di Mancuso?
Gli scenari nella giunta comunale guidata da Gaetano Manfredi: ipotesi Lello Topo e Enza Amato per il dopo Mancuso
Sono giorni di transizione dentro la giunta comunale di Napoli. La squadra guidata da Gaetano Manfredi, eletto in quota Pd-M5S a ottobre 2021, ha visto uscir fuori di scena Paolo Mancuso. Assessore all’Ambiente e già magistrato di cassazione, ha deciso di lasciare l’incarico per motivi personali.
Per Il Mattino, “fosse stato per il presidente provinciale del Pd le avrebbe già date le dimissioni, ma per Manfredi e per il Pd soprattutto non è semplice trovare un sostituto perché la poltrona è pesante, i rifiuti necessitano di una personalità di spessore specialmente a Napoli dove il sistema di raccolta e spazzamento resta ancora altamente a rischio perché fragile”.
IL FUTURO DELLA GIUNTA
Adesso sono i giorni della successione. Sul tavolo ci sono principalmente due nomi: Lello Topo e Enza Amato. Il primo è stato già un parlamentare e rimane un pezzo forte del Pd, la seconda è la presidente del Consiglio comunale.
Per il capogruppo Gennaro Acampora, “serve un tecnico e deve essere scelto anche dal Consiglio comunale”. Nel caso di Topo, al momento il vincolo maggiore è rappresentato dalla preparazione (già in corso) della campagna per le elezioni europee. Guardando all’opzione Amato, la presidente riuscirebbe – forse – a pacificare le diverse anime del Pd napoletano.
Di più: l’opzione C sarebbe poi quella in capo allo stesso sindaco Manfredi e riguarderebbe la scelta di un profilo accademico, dunque tecnico, per affrontare con la massima competenza e oggettività la questione dei rifiuti.
COSA C’ENTRA IL CONGRESSO DEL PD
Rimanendo su Manfredi, inoltre, è possibile capire come e perché la scelta porti direttamente a ciò che sta accadendo al Pd nazionale. E cioè al congresso, a questi mesi di transizione verso le primarie di fine febbraio (Qui le regole decise nell’ultima direzione con l’apertura al voto online; qui il pensiero del prof. Pasquino).
“Il Partito democratico sta affrontando infatti una delicata fase pre-congressuale, diviso com’è tra diverse candidature e tante correnti, ed è quindi difficile immaginare unitarietà nella scelta. Almeno di questi tempi. Perciò, a Manfredi potrebbe arrivare un messaggio dai dem più o meno simile: la casella spetta a noi, ma il nome, tecnico o politico, si potrà fare solo in presenza di equilibri ben assestati dopo il congresso”, racconta oggi il Corriere del Mezzogiorno. Paventando l’ipotesi di un incarico con delega ad altri assessori.
Le prossime ore, weekend compreso, saranno decisive per la scelta. Qualunque essa sia.