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Sandro Ruotolo vuole un referendum sul termovalorizzatore a Roma, il Pd rischia (ancora) di spaccarsi?

Sandro Ruotolo Filippo Facci

Neo dirigente del partito ora guidato da Elly Schlein, insieme a Annalisa Corrado è il più fervente oppositore del termovalorizzatore nella Capitale

Il terremoto in casa Lega nel Lazio, gli scossoni ipotizzati in Forza Italia, lo stallo del M5S, la transizione del Pd verso sinistra con Elly Schlein, il crollo definitivo del Terzo Polo.

I partiti italiani vivono una fase delicata, diversa ognuno dall’altro, in un periodo storico non elettorale ma comunque cruciale per il sistema-Paese tra gestione dei fondi del Pnrr, riorganizzazione delle opposizioni politiche in questo inizio legislatura e politica estera che guarda a Russia e Cina. Con lo sfondo, non superficiale, del tragitto verso le nuove energie rinnovabili.

Fili delicati da muovere, ad esempio, nel Partito Democratico. Ecco perché.

L’INDECISIONISMO DI SCHLEIN

Come abbiamo provato a raccontare l’altro giorno su Policy Maker, Elly Schlein ha sbrogliato prima di Pasqua la pratica della nomina della nuova segreteria ma rimane alle prese con la questione identitaria da attribuire al Pd diventato suo dopo il voto di fine febbraio.

Schlein deve dare al più presto una linea chiara al Pd. Perché, se subito dopo la sua ascesa alla segreteria non si era perso tempo a descriverne l’anima e le intenzioni radicali, la postura ideologica maggiormente di sinistra e le attenzioni maggiori ai diritti civili e all’ambiente, dall’altro la leader che ha succeduto Enrico Letta fatica a darsi un’impronta sui temi economico-sociali. Oltre che a mantenersi ambigua sui temi delicati che possono davvero spostare l’asse del partito.

Ovvero, Schlein si esprimerà formalmente contro il termovalorizzatore a Roma, dove governa Gualtieri? Cambierà rotta sull’invio di armi all’Ucraina o manterrà una posizione ambigua soltanto a parole pur di includere la posizione pacifista ma continuando a votare in Aula il sostegno militare a Kyiv? Sulla prima ha già fatto discutere la nomina di Annalisa Corrado in direzione con delega al clima e alla transizione. Sul tema bellico, Schlein ha ribadito l’atlantismo del Pd ricevendo il plauso da Bonaccini.

COSA HA DETTO E CHI E’ SANDRO RUOTOLO

Ma rimaniamo sulla questione ambientalista. Perché insieme a Annalisa Corrado, ecologista collaboratrice di Geo su Rai 3 e membro di Etica sgr, c’è Sandro Ruotolo a mettere zizzania sul partito del Nazareno. Specie per le sue vicende romane.

A Un Giorno da Pecora, su Rai Radio 1, il già senatore napoletano e ora nella dirigenza di Elly Schlein ha detto che servirebbe un referendum per il termovalorizzatore della Capitale. Quello sul quale è al lavoro la giunta Gualtieri, che in realtà in una prima fase neppure lo aveva inserito nel programma elettorale, diversamente da Azione di Calenda.

Non solo. Secondo lui non vanno bene neppure troppe armi per Kyiv. Sventolando la retorica pacifista che funge da assist puntuale per Putin e il putinismo. E ha lanciato stilettate anche a De Luca, in arte Vincenzo viceré della Campania, sul terzo mandato.

Giornalista dal 1974, si è iscritto al Pd il 9 marzo scorso dopo aver svolto l’attività da portavoce di Elly Schlein in Campania. Nel maggio del 2015 viene messo sotto scorta dopo aver ricevuto minacce da Michele Zagaria, boss dei Casalesi, per le inchieste sul traffico di rifiuti tossici in Campania.

Il direttore del Foglio Claudio Cerasa ha provato a suggerire “al dottor Ruotolo, che da qualche giorno non rappresenta più solo le sue idee bislacche ma incarna la linea di uno dei partiti progressisti più importanti d’Europa, di fare un salto in Emilia-Romagna, dove i termovalorizzatori sono sette, dove la differenziata è al 73 per cento e dove da anni, tanto per dirne una, il comune di Roma, non essendo in grado di smaltirli autonomamente, manda parte dei suoi rifiuti, arrivando a pagare l’utilizzo degli inceneritori 180 euro a tonnellata”.

“Roberto Gualtieri è verde di rabbia, Schlein non parla e perfino alcuni luogotenenti della leader a Roma cadono dalle nuvole”, scriveva stamani il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara. E in queste acque mosse del nuovo corso del Pd c’è chi ipotizza che certe uscite facciano pensare sempre più alla virata pro-M5S. Un’altra. Chissà che verrà proposto un referendum anche in quel caso, magari agli elettori.

 

IL CURRICULUM DI SANDRO RUOTOLO

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