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Tutte le riforme che vuole fare Giorgia Meloni
Secondo la premier, in partenza per l’India con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, “abbiamo tantissimo lavoro da fare, certo, sia a livello nazionale che europeo”
La partita delle riforme rappresenta “una sfida che siamo consapevoli di non poter vincere da soli e per questo dobbiamo poter contare sulla forza delle nostre imprese e dei nostri lavoratori perché il Sistema Italia ha dimostrato di essere solido, di saper reagire meglio di altri e di non temere concorrenti. Dobbiamo solo riscoprire la fiducia in noi stessi e lavorare insieme per restituire a questa Nazione la grandezza che merita”.
Con queste parole, poco fa, la premier Giorgia Meloni è intervenuta in videomessaggio all’Assemblea pubblica di Cosmetica Italia 2023 “Il sistema della cosmetica per l’Italia. Una filiera di eccellenza che crea valore”. Parole di rimando al momento storico del Paese e dell’Unione europea. Due contesti nei quali la leader di Fratelli d’Italia salita al governo circa quattro mesi fa vuole agire chiaramente: “fare quelle riforme che l’Italia aspetta da decenni, liberare le migliori energie di questa Nazione e creare i presupposti per uno sviluppo duraturo e stabile”.
IL VIDEOMESSAGGIO
Ma quali sono tutte “quelle riforme che l’Italia aspetta da decenni”? Il lavoro da fare, ha chiarito Meloni è “tantissimo”. Ed è da fare “sia a livello nazionale che europeo”. Dove c’è in ballo, ad esempio, la questione del regolamento comunitario su imballaggi, microplastiche e acque reflue. “Una battaglia che stiamo già portando avanti. Norme che auspichiamo saranno adottate per aiutare le imprese e non, invece, per ostacolarle”, ha aggiunto Meloni nel videomessaggio.
Battaglie dove si potrà, forse trovare riscontro della forza del governo di destra italiano fuori dai confini nazionali. Come promesso tante volte negli anni d’opposizione.
E proprio a riguardo, la premier ha promesso che “dobbiamo solo riscoprire la fiducia in noi stessi e lavorare insieme per restituire a questa nazione la grandezza che merita”.
LE RIFORME SECONDO LA PREMIER MELONI
Ma il lavoro sulle riforme di questo governo non parte certo oggi, da queste dichiarazioni. Già nel programma di Fratelli d’Italia in vista del voto politico del 25 settembre scorso si leggeva per esempio delle intenzioni sul Pnrr e su un diverso utilizzo delle risorse europee, nonché di “rimuovere i vincoli strutturali che limitano la crescita economica e liberare le forze produttive dell’Italia”.
Opere buone e giuste, si direbbe in ambienti ecclesiastici, ma anche difficili da realizzare in tempi brevi.
Nella conferenza di fine anno, la presidente del Consiglio toccò tanti temi di quelli indicati come obiettivo della legislatura corrente. Quello del fisco, quello appunto delle imprese, quello cardine della riforma della giustizia. Sul patto di stabilità da riformare in Ue, inoltre, Meloni disse che “deve essere più concentrato sul tema della crescita, a cominciare dallo scomputo della spesa per gli investimenti dal deficit”.
Ma il tema forte, dopo le settimane travagliate che hanno portato all’approvazione della legge di Bilancio, è stato quello del presidenzialismo. “Le riforme? Voglio farle con tutti. Giorgia Meloni ha da tempo indicato con chiarezza cosa e come vuole riformare nel sistema politico italiano”, scrivevamo su Policy Maker raccontando proprio la roadmap indicata alla stampa dalla premier. “Confermo che il presidenzialismo è una mia priorità, punto a farlo entro questa legislatura. Può solo fare bene all’Italia, consente stabilità e governi frutto di indicazioni popolari chiare”, disse esattamente due mesi fa.
UN DURO LAVORO: MELONI VS SCHLEIN
“Mi aspetto un’opposizione dura tanto quanto quella che ho fatto io” ha detto Meloni a Elly Schlein, augurandole buon lavoro alla guida del Partito Democratico dopo la vittoria nelle primarie contro Stefano Bonaccini. Ma dura è anche la strada delle riforme, il lavoro del Governo è appena iniziato.