skip to Main Content

I passi di Filippo

FILIPPO

Il passo dietro anche ai 100 anni riservato agli ammiratori da Filippo d’Edimburgo. I Graffi di Damato

Credo proprio che la più bella foto in morte di Filippo d’Edimburgo sia quella comparsa su Repubblica, anche a costo di farla scambiare, per la collocazione assegnatale infelicemente in fondo, a destra, della prima pagina, per una pubblicità del cappello levato dal consorte della regina d’Inghilterra come saluto da tutti e da tutto.

Se n’è andato un principe che ciascuno si è divertito a chiamare a suo modo: l’ultimo principe, il principe pirandelliano, il principe delle gaffe, il principe del passo dietro…la regale consorte. Con la cui “profonda tristezza” annunciata alla scomparsa del consorte dopo 73 anni di matrimonio qualche giornale ha voluto scherzare senza far ridere — mi auguro — nessuno. Penso alla “cattiveria” di giornata del Fatto Quotidiano, che le ha augurato di “rifarsi una vita”, o al Tempo, che le ha fatto chiedere in romanesco ai nipoti più celebri del momento se le possono ora “presentare un amico single”. Lo spirito è una cosa che uno o ce l’ha davvero o è una disgrazia, quando lo si spreca nel momento e con la persona sbagliata.

Quel “passo dietro” tradotto felicemente da Natalia Aspesi, su Repubblica, nell’elogio della sua “secondarietà insuperabile”, Filippo d’Edimburgo l’ha saputo tenere davvero sino all’ultimo, morendo —per esempio — sulla soglia dei cent’anni, che avrebbe compiuto fra due mesi. Egli ha voluto risparmiarsi e risparmiare una festa che pure meritava, essendo il traguardo del secolo un’occasione appunto di festa e di celebrazione da vivo.

È stato discreto sino in fondo quest’uomo davvero eccezionale. “Averne con quello stile”, hanno giustamente scritto sul Fatto prima di scivolare, in fondo alla prima pagina, sulla consorte regale. Il cui passo adesso sarà solitario e più lento.

 

TUTTI I GRAFFI DI DAMATO

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top