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Come i leader del mondo strigliano Trump (tranne l’amico Giuseppi)

Giuseppi

Lo sdegno per l’assalto dei barbari di Trump a Capitol Hill è unanime, ma solo Giuseppe “Giuseppi” Conte modera i toni. Non è invece assordante il silenzio del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: quasi nessuno si accorge che non abbia commentato la vicenda

“Deploro che il presidente Donald Trump non abbia riconosciuto le sconfitta alle elezioni da novembre e che non lo abbia fatto neppure ieri”. Sono le parole, pesanti come macigni, scandite dalla cancelliera tedesca Angela Merkel a proposito dell’assalto armato a Capitol Hill, che poi aggiunge: “Dubbi sono stati sollevati sull’esito delle elezioni e si è preparata l’atmosfera per gli eventi della notte scorsa”. E tanto basta per fare tremare i polsi agli esperti delle questioni geopolitiche che analizzano da tempo il ritorno sulla scena internazionale, eventualmente come soggetto contrapposto agli USA, della Germania, ormai vera e propria locomotiva politica e non più solo economica dell’Unione europea.

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Ma dalla Germania si levano altre forti denunce come quella del ministro per gli Affari esteri, Heiko Maas, che invita Trump e i suoi seguaci armati a “smetterla di calpestare la democrazia” perché “le parole infiammatorie si trasformano in azioni violente”. Tutti i leader del mondo, soprattutto quello occidentale, stigmatizzano il modo in cui il presidente uscente Donald Trump sta gestendo questo delicato passaggio. Tutti tranne due: il primo è Emmanuel Macron, a detta degli osservatori troppo preso dalle polemiche sulla lentezza dei vaccini. Il secondo, invece, è “l’amico Giuseppi” come dicono sghignazzando alcuni esponenti di Italia Viva, che infatti non perde occasione per assestare una nuova spallata alla già traballante presidenza del Consiglio.

 

COSA HA DETTO GIUSEPPI SU TRUMP

“Seguo con grande preoccupazione quanto sta accadendo a Washington – cinguetta il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a tarda sera. La violenza è incompatibile con l’esercizio dei diritti politici e delle libertà democratiche. Confido nella solidità e nella forza delle Istituzioni degli Stati Uniti”. A molti non sfugge un dettaglio: non viene mai nominato in modo diretto Donald Trump, quasi a volerlo deresponsabilizzare.

E subito, soprattutto dagli scranni di Italia Viva, si tira fuori la vecchia questione dell’amico Giuseppi, in riferimento al maldestro tweet con cui Donald Trump salutò la nascita del Conte bis, chiamandolo appunto Giuseppi. Ma non ci si limita al mero sfottò: viene ricordato infatti che Matteo Renzi (del quale sui social nelle ultime ore gira prepotentemente una divertente intervista sull’assalto al Congresso rilasciata alla BBC nel suo solito inglese) chiese al presidente del Consiglio di riferire al Copasir dopo la vicenda del presunto coinvolgimento dell’Italia sul Russiagate.

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Vicenda che ritorna prepotentemente in auge ora con l’omissione di Conte del nome di Trump nel commentare l’assalto al Congresso USA. “Chiedete a Giuseppi perché non ha nominato Trump”, dicono ridacchiando ai giornalisti alcuni renziani della prima ora, convinti di avere una nuova freccia nella propria faretra per tornare a chiedere che Conte molli la delega ai servizi segreti. Tace invece il profilo Facebook di Luigi Di Maio, padrone di casa della Farnesina, ma nessuno, nella politica italiana, lo commenta. O se ne accorge, potremmo dire.

L’UK SI SMARCA DALLE EX COLONIE

Prende nettamente le distante dall’ex amico il premier britannico, Boris Johnson. Ed è forse il colpo alle spalle che arriva da oltre oceano che deve aver sorpreso maggiormente Trump, sia perché giunge dall’Inghilterra, sia perché a sferrarlo è stato proprio BoJo. “Per tutta la mia vita – ha detto il premier Tory – l’America ha rappresentato un bastione di cose importanti, di una certa idea di libertà e democrazia”.

 

“Trump – ha detto ancora Johnson – ha incoraggiato la gente ad attaccare Capitol Hill” e ha “costantemente sollevato dubbi sull’esito di un’elezione libera e corretta, cosa che io credo sia stata completamente sbagliata”. “Ciò che il presidente Trump ha detto è completamente sbagliato e io condanno senza riserve che egli abbia incoraggiato le persone ad agire nel modo vergognoso in cui hanno agito a Capitol Hill”.

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Il primo ministro britannico ha poi sottolineato di essere “felice che il presidente eletto (Joe Biden) sia stato debitamente confermato nel suo ufficio e che la democrazia abbia prevalso”. Parole sferzanti, che rivelano anche l’intenzione dell’Inghilterra post Brexit di tessere un’alleanza più stretta con la nuova America di Biden ed evitare di restare completamente isolata puntando sul presidente sbagliato.

COSA HA DETTO LA FRANCIA?

Tiepide anche le reazioni francesi. “Crediamo nella democrazia”, cinguetta nella notte l’inquilino dell’Eliseo, Emmanuel Macron, alle prese col delicato e spinoso tema delle vaccinazioni che proseguono a rilento. “La violenza contro le istituzioni americane – ha scritto sui propri social Jean-Yves Le Drien, ministro degli Esteri – sono un grave attentato alla democrazia. Io le condanno. La volontà e il voto del popolo americano devono essere rispettati”. Gli fa eco il presidente dell’Assemblea Nazionale Richard Ferrand: “I miei pensieri democratici e amichevoli vanno a parlamentari degli Stati Uniti d’America”.

LE PREOCCUPAZIONI EUROPEE

“Credo nella forza delle istituzioni e della democrazia statunitensi. La transizione pacifica del potere è al centro”, ha scritto su twitter la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen. “Joe Biden ha vinto le elezioni. Non vedo l’ora di lavorare con lui come prossimo presidente degli Stati Uniti”. “Il Congresso Usa è il tempio della democrazia. Noi crediamo nella capacità degli Usa di assicurare un passaggio pacifico di poteri a Joe Biden” è il tweet di Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo.

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Segue quello del numero 1 dell’Europarlamento, l’italiano David Sassoli: “Una pagina nera che resterà impressa. Mai violenza e intimidazioni prevarranno. Oggi più che mai dalla parte della libertà e della democrazia”. Chiude la rassegna mr Pesc, ovvero l’Alto rappresentante della politica estera e della sicurezza comune, il ministro degli Esteri della Commissione Eu, Josep Borrell, che ha denunciato un “attacco senza precedenti alla democrazia americana” e ha chiesto rispetto per il risultato delle elezioni presidenziali.

LE DICHIARAZIONI DEL NORD EUROPA

Infine si registrano anche dichiarazioni forti da parte di chi solitamente partecipa poco alle questioni internazionali: il silenzioso Nord Europa. “Scene incredibili” le descrive la premier norvegese Ersa Solberg che bolla come “totalmente inaccettabile” l’attacco alla democrazia. “Una pesante responsabilità resta ora al presidente Trump per mettere fine a tutto ciò”, ha scritto senza giri di parole su Twitter. “Caro Donald, riconosci la vittoria di Biden”, è il suggerimento dell’olandese Mark Rutte che trova le immagini che arrivano da Washington “orribili”.

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