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“Please, do something”, la doppia sveglia di Draghi all’Ue

Draghi

L’appello dell’ex premier Mario Draghi rivolto ai rappresentanti dell’Eurocamera, sull’urgenza di fare qualcosa: “è l’ora delle riforme, non si può dire sempre no”

Riforme e investimenti devono essere le priorità dell’Unione europea. Parola di Mario Draghi. L’ex Governatore della Bce torna a dare la sveglia alle istituzioni comunitarie parlando ai presidenti delle commissioni dell’Eurocamera riuniti sul dossier competitività, sul quale l’ex premier è stato incaricato di compilare un report.

“Mi hanno chiesto al termine di Ecofin – ha detto – quale sia l’ordine delle riforme necessarie per l’Ue, quale sia l’ordine non lo so, ma per favore (riportiamo le parole dette in inglese): it’s time to do something. You decide what, but please do something: you can’t spend all your time saying no”.

Draghi si lascia andare a un appello che ha in sé l’urgenza di un momento cruciale per l’Europa. Chiamata a riformarsi. A reagire di fronte ad un competitor sempre più aggressivo come la Cina. A creare il consenso necessario perché la necessità delle riforme strutturali sia compresa da tutti. L’ex premier, incaricato dalla Commissione Ue di stilare il report sulla competitività, non lo nasconde. Anzi, invita tutti a un cambio di marcia: “non si può passare tutto il tempo a dire di no”, sottolinea.

Nel fine settimana, a Gent, Draghi aveva presentato il rapporto anche ai ministri delle Finanze europei. In quella occasione aveva insistito sulla necessità di mobilitare enormi investimenti per consentire all’Europa di competere con Usa e Cina, investimenti sia pubblici sia privati.

A Strasburgo l’ex presidente del Consiglio si trova di fronte ad una platea diversa, fatta di europarlamentari, ovvero di chi è eletto direttamente dai cittadini. E il discorso di Draghi acquisisce tonalità più politiche.

DRAGHI: “E’ L’ORA DELLE RIFORME, NON SI PUO’ DIRE SEMPRE NO”

“Ci troviamo oggi di fronte a tre tendenze convergenti che ci obbligano a riflettere su come rafforzare la competitività europea nel lungo periodo. In primo luogo, la digitalizzazione in rapida accelerazione e l’innovazione deep-tech continuano a stravolgere l’organizzazione del lavoro e il suo ruolo nello stimolare la crescita produttiva. Prendiamo ad esempio gli sviluppi dell’intelligenza artificiale generativa, le cui applicazioni pratiche in settori quali la salute e l’istruzione sono di vasta portata”, ha spiegato l’ex presidente del Consiglio.

“In secondo luogo, il cambiamento climatico sta portando il nostro ecosistema naturale a un punto di svolta, obbligando tutti ad agire per accelerare la transizione pulita. In terzo luogo, un contesto geopolitico in rapida evoluzione, caratterizzato da una maggiore tendenza al conflitto – sia in termini economici che militari – sta costringendo l’Ue a riesaminare il proprio approccio alla globalizzazione”, ha aggiunto Draghi.

L’EX PREMIER: “IN UE C’E’ IMMENSO BISOGNO DI INVESTIMENTI”

Nello scambio tra Mario Draghi e i presidenti delle commissioni parlamentari europee è emerso quanto sia globale e complessa la strada da percorrere per recuperare la nostra competitività, in particolare in termini di mobilitazione del massiccio fabbisogno di investimenti. Draghi ha sottolineato la necessità di essere competitivi per mantenere i nostri sistemi di welfare e preservare i nostri valori fondamentali. L’ex premier ha chiesto di ritrovare la capacità di agire collettivamente e per l’interesse collettivo.

Le tendenze in atto in un contesto globale invitano ad “una riflessione globale sulle leve per rilanciare la competitività europea, compresi gli strumenti a disposizione delle nostre istituzioni”, ha spiegato Draghi invitando a “ripensare le nostre politiche economiche per aumentare la crescita della produttività e della competitività è essenziale per preservare il modello sociale unico dell’Europa”.

L’ex premier dopo un primo discorso introduttivo ha ascoltato a lungo i suoi interlocutori, chiudendo poi l’incontro con un nuovo, breve intervento. “In primo luogo, come possono le nostre istituzioni mobilitare una spesa pubblica migliore per sostenere gli investimenti privati negli innovatori che guidano la doppia transizione? In secondo luogo, cosa possiamo fare per stimolare e accelerare l’innovazione innovativa? E terzo, come possiamo colmare il deficit di competenze in Europa? Al di là di queste questioni trasversali, mi interessano molto i settori specifici più esposti alla trasformazione e alla concorrenza internazionale. Sono interessato alla vostra esperienza acquisita attraverso il vostro lavoro parlamentare”, ha spiegato Draghi.

DRAGHI: “COSTRUIRE CONSENSO ATTORNO ALLE RIFORME UE”

“Sono convinto che le nostre istituzioni debbano riflettere su come migliorare il loro funzionamento e sviluppare ulteriormente gli strumenti di governance. A tal fine sarà fondamentale costruire il consenso politico necessario per raggiungere un accordo su questioni cruciali”, ha poi argomentato Draghi parlando ai presidenti delle commissioni al Pe. “Queste questioni comporteranno discussioni difficili che richiederanno alle nostre istituzioni e ai governi nazionali di fare scelte difficili. Sono decisioni che determineranno la capacità dell’Europa di tenere il passo con i suoi concorrenti globali negli anni a venire”, ha aggiunto.

Prima di congedarsi e incontrare in un bilaterale la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola, Draghi ha rimarcato “la necessità di costruire un consenso politico per raggiungere un accordo su questione cruciali”. L’Europa, è il suo avvertimento, avrà davanti “scelte difficile” ma – scandisce – “bisogna ritrovare la capacità di agire nell’interesse collettivo”.

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