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Roma, il M5S contestato dalla base su Trasporti e Mobilità

C’è soprattutto il trasporto pubblico tra le priorità della base M5S capitolina, scatenata dopo un post del vicepresidente dell’Assemblea Capitolina Enrico Stefano

È bastato un post arrivato subito dopo i risultati delle europee per scatenare i romani nei commenti sulla bacheca Facebook di Enrico Stefano, Vice Presidente Vicario Assemblea Capitolina e Presidente III Commissione Capitolina Mobilità.

Diversamente da come succede spesso su Facebook, non si sono lette accuse complottiste o rivendicazioni dietrologiche, ma una disanima accorata sulle aspettative deluse di una parte della base M5S, quella che aveva sperato in un cambiamento significativo nelle politiche dei trasporti. Quella che si era mobilitata per il “PUPS” (piamo urbano per la mobilità sostenibile) condiviso, votato sul web e “partecipato” dai cittadini.

COSA HA SCRITTO STEFANO

“Mai come oggi è attuale il motto che mi guida ogni giorno. La frase, di Albert Einstein ‘la vita è come andare in bicicletta, se vuoi stare in equilibrio devi pedalare’. Bene, vietato piangersi addosso o addurre dietrologie varie e simili. Dobbiamo pedalare, e tanto”. E i cittadini della Capitale l’hanno preso in parola e chiesto più mezzi pubblici per il disastroso servizio di mobilità che chi vive questa città conosce fin troppo bene.

COSA CHIEDONO I POST? METRO E BUS, NO ALLE FUNIVIE

“Magari se aveste capito prima che i romani preferiscono andare in metropolitana o in tram piuttosto che in bicicletta avreste fatto più bella figura”, si legge in un commento. Che a fa il paio con un’altra critica più circostanziata: “E soprattutto dovete ascoltare. Dal punto di vista del solo TPL, sono anni ormai che i cittadini chiedono fatti ed informazioni su metropolitane… trasformare la Roma-Lido in E… dopo anni di stallo dare il via alla metro D… aumentare le frequenze della C… Pigneto FS abbandonata da 2 anni… etc. Per non parlare delle funivie… la Casalotti-Battistini è allucinante, tempi lunghissimi rispetto ad una metro, costi altissimi, capacità trasportistica misera… impatto sul traffico 0… avete fatto un portale sul PUMS… i cittadini hanno votato, palesemente bocciando le funivie… ma il loro voto non lo prendete in considerazione… si può anche continuare a pedalare, ma se la direzione è questa, c’è solo un muro davanti…”.

ROMA DOVEVA ESSERE LA DIMOSTRAZIONE DEL VOSTRO SAPER FARE

Ma c’è anche chi consiglia: “Volete riprendere consensi..iniziate a fare cose efficaci e che siano tangibili/fruibili per i cittadini. Accannate le piste ciclabili che non stiamo ad Amsterdam. Prolungate
la metro C, cantierizzate la D, fate nuovi tram, curate il verde pubblico che fa schifo. Non bloccate investimenti esteri per paura di tangenti. Per il rifacimento delle strade penso invece stiate facendo un buon lavoro”. Oppure la butta sul personale: “Caro mio tu saresti anche bravo, eccome! Ma come amministratore in una città danese o norvegese, a Roma sarai ricordato come l’uomo della tripla fila sulla Tuscolana e delle ciclabili improbabili”. Infine qualcuno sprona a fare meglio, stringendo i tempi: “Io vi ho sempre sostenuto ,anche ieri alle europee ,ma la gestione di Roma e sotto gli occhi di tutta l’Italia…il Tpl non va ne pubblico ne privato, i pronto soccorso idem, polizia municipale quasi inesistente ,ama va a stenti ecc. Roma doveva essere la dimostrazione del vostro saper fare…secondo me siamo ancora in tempo ma dobbiamo darci una mossa”.

LE CRITICHE ALLE SCELTE DI STEFANO

Perché posizioni così critiche alle politiche sulla mobilità dolce portate avanti in Assemblea Capitolina? Fondamentalmente la base M5S romana non ha apprezzato l’impegno per le piste ciclabili, considerato secondario nelle priorità rispetto al miglioramento del servizio di trasporto pubblico basato su metropolitane, autobus e tram.

C’è da dire che fare felici i romani è tutt’altro che semplice. I (lodevoli) tentativi della giunta capitolina da dare vita a pedonalizzazioni, corsie preferenziali protette per i mezzi pubblici e togliere spazio ai mezzi privati si sono sempre scontrati con le critiche aspre quanto poco circostanziate degli onnipresenti comitati di quartiere. Che sembrano essere pronti alla levata di scudi solo quando si tratta di difendere le automobili private.

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