skip to Main Content

Giugno, resa dei conti per Giuseppe Conte?

Conte Giugno

Sarà un mese bollente per l’avvocato degli italiani. E non solo per via delle temperature già pienamente estive. Sono infatti diverse le date cruciali in Giugno che attendono Conte al varco: oggi il primo appuntamento “a rischio”

Sette giugno. Il mese più caldo per l’avvocato e professore Giuseppe Conte ha inizio di fatto oggi. E lo vedrà muoversi in un ambiente tutto sommato famigliare, un’aula di giustizia, ma comunque potenzialmente ostile. È attesa difatti per oggi la decisione del Tribunale civile di Napoli sul ricorso contro il voto sulle modifiche allo Statuto. Se l’esito non fosse favorevole, Conte e tutti gli organi del suo M5S verrebbero nuovamente congelati e si aprirebbe la questione su come andare avanti, se con un nuovo direttorio o direttamente un nuovo statuto. C’è chi sostiene che la linea pacifista e ambientalista di Conte serva proprio a coagulare consenso attraverso un nuovo Movimento che abbia quei due temi come caratteri fondanti. In tutto questo, due incognite: le possibili mosse di Luigi Di Maio, che da tempo rivendica più spazio per sé schierandosi al fianco di Mario Draghi (soprattutto nella questione ucraina) e Beppe Grillo, che non ha mai nascosto di non ritenere Conte all’altezza per il ruolo di frontman di M5S (“Non ha visione politica né capacità manageriali”).


In più, lo scorso 8 febbraio, quando il Tribunale di Napoli sospese Conte, Grillo si limitò a dire: “le sentenze si rispettano”. E poco importa che quella in verità fosse una Ordinanza, come dal canto suo l’avvocato degli italiani, in quell’occasione soprattutto di se stesso, sottolineò in ogni intervista.

Ma anche nel caso in cui dal tribunale partenopeo arrivassero notizie favorevoli, domenica comunque si vota e, come abbiamo già visto, sono pochissime le liste presentate alle amministrative 2022 da un Movimento 5 Stelle sempre più debole e privo di una rotta, storicamente incapace di legare col territorio e che sembra avere archiviato l’epoca delle vittorie nelle grandi città, da Parma a Torino, passando per Roma. Difficile riuscire a ottenere risultati di rilievo se il Movimento 5 Stelle tra mille imbarazzi e non poche difficoltà è riuscito a presentare una lista solo nel 6,5% delle città al voto, vale a dire 64 comuni su 978. Lo scorso anno, alle amministrative del 2021, le prime dell’era contiana, le liste pentastellate erano state 103 in altrettante piazze. Se la matematica non è un’opinione, da quando c’è Giuseppe Conte, il calo, nel giro di dodici mesi, è stato del 38%.

I risultati delle urne incideranno profondamente su due appuntamenti parlamentari: il primo avrà come teatro le commissioni Bilancio e Finanze della Camera quando, con riferimento al decreto Aiuti, discuteranno degli emendamenti al testo tra cui la norma che consente al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri di costruire il termovalorizzatore. Il secondo cadrà il prossimo 21 giugno, quando il presidente del Consiglio, Mario Draghi, renderà comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23: Conte chiede da due mesi che si voti sull’invio di armi italiane a Kiev e quella sarà l’occasione per spingere la maggioranza alla conta e magari riscaldare vecchie minestre gialloverdi.

Tutto dipenderà da ciò che Conte vuole davvero dal governo e da quali colpi subirà nel corso di giugno: al momento, non avrebbe senso spingere l’esecutivo nel baratro, sia perché consegnerebbe il Paese a una coalizione guidata da Giorgia Meloni, sia perché il Movimento deve ancora risolvere innumerevoli beghe burocratiche, a iniziare dal vincolo sul terzo mandato che in caso di corsa improvvisa alle urne impedirebbe alla quasi totalità dei big di correre sotto quel vessillo. Ma non sotto altri. Ecco perché da più parti si rumoreggia della nascita di un partito contiano: la resa dei conti per Conte potrebbe tramutarsi in una conta per capire quanti pentastellati sono pronti a seguirlo…

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top