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Urso, Valditara e Sangiuliano: i ministri alla ricerca (disperata) di un portavoce

Portavoce Ministri

L’assenza di un portavoce è il tratto in comune di queste personalità forti e per questo difficili da domare nel loro rapporto con i media 

Quando trovi un portavoce trovi un tesoro. Non un amico, un portavoce. E’ la condizione attuale, il guado, in cui si trovano tre super ministri del Governo Meloni. I capi delle imprese e Made in Italy, dell’Istruzione e della Cultura. Una tris – non di Gabriella, come in Febbre da Cavallo – difficile da domare per i media.

IL TRATTO IN COMUNE: LA MANCANZA DI UN PORTAVOCE

Il tratto in comune di Adolfo Urso, Giuseppe Valditara e Gennaro Sangiuliano è, appunto, l’assenza di un loro compagno fidato per la comunicazione. Una figura che ne faccia le veci, che ne “porti” la voce in giro.

IL CASO URSO

Partiamo dal pasticciaccio dei pasticciacci, come lo avevamo chiamato qui su Policy Maker. Esattamente un mese fa, Valentina Colucci e Gerardo Pelosi lasciano i rispettivi incarichi di Segretario particolare e portavoce di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e il Made in Italy.

Al dicastero ex Mise si ipotizzava di una lite dopo il caso reddito di cittadinanza: un accordo-disaccordo con le sigle delle parti sociali per attenuare il momentum. Con la ministra Marina Elvira Calderone che annuncia lo smantellamento e Urso lì a dover trattare. Perché “Fare il ministro delle Imprese e del Made in Italy  significa gestire “crisi aziendali”, scrivevamo a inizio febbraio citando il retroscena del Foglio.

Dove si parlava di un clima di terrore e angoscia. Oggi, però, a un mese di distanza il successore di portavoce di Urso ancora non c’è.

IL CASO SANGIULIANO

Passando al caso Gennaro Sangiuliano, già coinvolto in dispute mediatiche tra il caso Venzi-Morgan e le sparate su Dante Alighieri.

Ieri, al ministero della Cultura, sono arrivate le dimissioni di Marina Nalesso, portavoce dell’ex direttore del Tg2. Niente motivazioni ufficiali, semplice addio con ritorno in Rai.

IL CASO VALDITARA

Sempre ieri sono arrivate le dimissioni del portavoce del ministro Giuseppe Valditara. Anche al Ministero dell’Istruzione e del merito, insomma, manca un portavoce.

Giovanni Sallusti, abbiamo raccontato stamattina, tornerà a Idein e Libero dallo zio Alessandro. Ma “continuerà a collaborare come consigliere del ministro”, si legge su Prima Online.

Anche in questo caso non sono state comunicate motivazioni ufficiali. Valditara “assicura che la decisione di Sallusti è stata dettata esclusivamente da questioni private. Lo stesso interessato ribadisce di aver sottovalutato il peso di un incarico che lo aveva portato a stare lontano da casa cinque giorni su sette”, scrive La Repubblica. Mentre le voci più scomode parlano di contrasti tra portavoce e ministro e di fastidi da Palazzo Chigi, con Sallusti individuato come capro espiatorio.

MARIO SECHI NON PORTAVOCE MA CAPO UFFICIO STAMPA DI MELONI

Intanto, Mario Sechi – direttore dell’Agi e titolare di News List – sembra che abbia firmato come capo ufficio stampa di Giorgia Meloni. Lo ha riportato poco fa in un flash Dagospia. Aggiungendo di tensioni permanenti per la poca simpatia che genererebbe l’ex direttore del Tempo a Lega e Forza Italia.

Nei giorni scorsi Sechi era circolato come profilo per l’incarico di portavoce della premier. Una poltrona, anche in questo caso, che resta vacante.

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