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Intelligenza Artificiale: pubblicato il documento del Mise

Intelligenza Artificiale

Pubblicato il documento “Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale”, prevede investimenti per 800 milioni di euro in 5 anni e individua dieci campi prioritari in cui investire: IoT, manifattura, robotica, servizi, trasporti, agricoltura ed energia, aerospazio e difesa, pubblica amministrazione, cultura e digitale in campo umanistico

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso pubblico il 2 luglio il documento definitivo con le proposte per la “Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale”. Prevede investimenti per 800 milioni di euro in 5 anni. Giunge così al traguardo il lavoro del gruppo di 30 esperti selezionati dal MISE, che dopo un anno e mezzo di lavoro ha elaborato in 120 pagine 82 proposte ambiziose con l’obiettivo di coniugare competitività internazionale e sviluppo sostenibile senza dimenticare il concetto di “AI affidabile”. Il documento sarà alla base della definizione della strategia italiana nell’ambito del Piano Coordinato europeo e prevede la creazione di un Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale, un organismo interministeriale che coordini gli sforzi di tutti.

L’UOMO AL CENTRO, L’AI COME MEZZO E NON COME FINE

Mirella Liuzzi, Sottosegretario allo sviluppo economico dal settembre 2019, ha elogiato il documento: “La pubblicazione di questo ambizioso piano strategico, tra i più completi al mondo per visione, suggerisce un uso inedito e responsabile dell’Intelligenza Artificiale indicando la via per un salto verso nuovi livelli di efficienza e sostenibilità per le imprese. L’obiettivo è quello di raccogliere i benefici che l’AI può apportare al Paese, con un approccio che integri tecnologia e sviluppo sostenibile e metta sempre al centro l’individuo e il suo contesto”. Uno dei principali dilemmi in tema di AI riguarda proprio la necessità di proteggere i diritti fondamentali dell’individuo. L’Italia, insieme all’Unione Europea, si è ritagliata un ruolo di paladino dell’uso responsabile della tecnologia, con un approccio teso a considerare l’AI come mezzo e non come fine. Per questo la strategia italiana elaborata dagli esperti nominati dal MISE è stata pensata come una visione antropocentrica e orientata verso lo sviluppo sostenibile.

UN NUOVO RINASCIMENTO CULTURALE E TECNOLOGICO

Da questa idea è stato inventato il termine RenAIssance, ovvero della possibilità di un nuovo rinascimento grazie all’AI. Proprio come il Rinascimento, che ebbe inizio in Italia con caratteristiche già abbastanza precise intorno alla metà del XIV secolo e affermatosi poi nel secolo successivo, il RenAIssance del XXI secolo pone al centro l’essere umano con i suoi bisogni e i suoi sentimenti. La tecnologia deve essere utilizzata per far rifiorire le lettere e le arti, la scienza e in generale la cultura, in particolare una concezione filosofica ed etica più immanente. Per questo gli esperti che hanno scritto il documento suggeriscono l’idea di un nuovo rapporto tra essere umano e macchina, nel quale la tecnologia aumenta le capacità umane e sancisce così l’inizio del rinascimento digitale.

COME FUNZIONA LA STRATEGIA

La strategia è strutturata in tre parti: la prima è dedicata all’analisi del mercato globale, europeo e nazionale dell’AI. La seconda descrive gli elementi fondamentali della strategia e la terza approfondisce la governance proposta per l’AI italiana proponendo alcune raccomandazioni per l’implementazione, il monitoraggio e la comunicazione della strategia nazionale. Per gli studiosi sono dieci i campi prioritari in cui investire: internet delle cose (IoT), manifattura, robotica, servizi (come sanità e finanza), trasporti, agricoltura ed energia, aerospazio e difesa, pubblica amministrazione, cultura e digitale in campo umanistico. Questa strategia è arricchita di nuovi significati: l’AI e le tecnologie collegate (big data, 5G e IoT) possono dare all’Italia nuove possibilità per rafforzarsi di fronte a nuovi rischi ma anche per compiere un salto verso l’efficienza e la sostenibilità. Come si legge nel documento: “La pandemia, il prolungato periodo di lockdown che ne è conseguito e la depressione economica che ne seguirà costituiscono peraltro fattori di assoluta importanza, che senza modificare l’assetto del nostro documento ne acuiscono il sentimento di urgenza”. Gli esperti infatti, proprio a fronte della situazione attuale, ritengono la tecnologia digitale l’opportunità per modernizzare l’amministrazione pubblica, semplificare e migliorare la vita delle persone, tutelare i lavoratori, rilanciare le imprese e proteggere il territorio. Come mostra il grafico qui sotto, c’è molta strada da fare.

CHE COS’È L’AI

Il termine AI si riferisce alla disciplina che si occupa di sistemi di software che, dato un obiettivo completato, sono in grado di agire nella dimensione fisica o virtuale, in modo da percepire l’ambiente che li circonda, di acquisire e interpretare dati, ragionare sulle conoscenze acquisite, e formulare decisioni sulle migliori azioni da svolgere al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato. Se da un lato può essere un’opportunità senza precedenti per incrementare la produttività del lavoro e del progresso dall’altro può essere utilizzata in modo incauto provando rischi per la società, la democrazia e l’ordine globale. Si tratta quindi di una tecnologia “duale” che può essere applicata sia per fini pacifici che militari. Lo sviluppo delle tecnologie emergenti è uno dei temi al centro dell’azione portata avanti dal ministro Patuanelli per favorire l’innovazione e la competitività delle imprese, che ambisce a porre l’Italia all’avanguardia nella trasformazione digitale dei processi produttivi, garantendo anche la tutela occupazionale, sociale e ambientale.

Ecco i nomi dei 30 esperti che hanno elaborato la Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale: Aglietti Walter, Attardi Giuseppe, Barbina Marco, Benanti Paolo, Bentivogli Marco, Bianchi Andrea, Bressani Marco, Caputo Barbara, Cremonesi Alessandro, Cucchiara Rita, Da Empoli Stefano, Dona Massimiliano, Gaglio Salvatore, Geymonat Marina, Girardi Emanuela, Giudici Paolo Stefano, Ippolito Massimo, Luce Lorenzo, Luminari Daniele, Metta Giorgio, Milano Michela, Nucci Francesco Saverio, Olivi Giangiacomo, Panzeri Corrado, Pierani Marco, Pollicino Oreste, Renda Andrea, Rigoni Andrea, Scialdone Marco, Telmon Claudio.

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