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Salario minimo, patrimoniale e scala mobile, il programma della Sinistra
Riforma politica dell’Ue, Parlamento più forte e controllo su Bce. Ecco il programma della Sinistra alle europee
Riduzione dell’orario di lavoro, salario minimo e scala mobile europea, patrimoniale, superamento dell’Europa “delle élites e dei tecnocrati” con un “percorso costituente per un’Europa federale”, in cui siano attribuiti maggiori poteri al Parlamento Europeo, che deve anche avere potere di indirizzo sulla Bce. È quanto prevede il programma de “La Sinistra”, il cartello formato per le prossime elezioni europee da Sinistra italiana, Partito della sinistra europea, Prc, Altra Europa con Tsipras, Convergenza Socialista, Partito del Sud, transform! Italia.
CANCELLARE IL FISCAL COMPACT
La Sinistra vuole quindi la “radicale rifondazione democratica” dell’Europa, sia politica che economica. Quindi “il Fiscal Compact deve essere cancellato. Così come deve essere eliminato dalla Costituzione italiana il principio del pareggio di bilancio”. E poi “vanno radicalmente riscritti i trattati, cambiando i parametri arbitrari di Maastricht e cancellando i principi fondativi del neoliberismo che li ispirano, quali la competitività, la libera circolazione dei capitali senza alcuna regolazione della finanza speculativa”. Anche la Bce deve essere trasformata e “il suo obiettivo deve diventare la piena e buona occupazione”. Inoltre “va istituita un’agenzia di rating pubblica per sottrarsi al solo giudizio di quelle private attualmente operanti”.
FINE DELLA FINANZA TOSSICA
La Sinistra chiede anche la fine dei “paradisi fiscali” europei e della “finanza tossica”. Tra le altre misure, su questo fronte, figurano l’armonizzazione dei sistemi fiscali secondo criteri di progressività e introducendo una patrimoniale che si applichi a tutte le forme di ricchezza mobiliari ed immobiliari; divieto di tutte le transazioni con i paradisi fiscali anche quando si tratta di stati membri della Ue, sanzionando le banche che hanno relazioni con i paradisi fiscali; introduzione di una aliquota minima sulle società del 25% in tutti gli Stati membri; introduzione della Tobin Tax e del controllo sui movimenti dei capitali.
RIDUZIONE DELL’ORARIO DI LAVORO
Sul fronte del lavoro, La Sinistra propone “la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a 32 ore settimanali a parità di salario, modificando la direttiva europea sulle condizioni e gli orari di lavoro, che definisce gli standard minimi da rispettare per tutti gli stati membri“. Cosa che significa anche rimettere in discussione le “controriforme” pensionistiche che ovunque in Europa hanno aumentato l’età della pensione. Poi va definito un “salario minimo orario” e introdotta una “scala mobile europea”, cioè un sistema di indicizzazione automatica dei salari. L’obiettivo deve poi essere l’istituzione di un reddito di base, fissato al 60% del valore del reddito mediano di ogni paese.
SULL’AMBIENTE
Per quanto riguarda l’ambiente, l’obiettivo della Sinistra è che l’Europa entro il 2030 riduca le emissioni di gas serra del 65%, il consumo di energia del 40%, e perché il 45% dell’energia venga da fonti rinnovabili. Per far questo serve un programma di riconversione ecologica con investimenti nelle filiere industriali, dei trasporti, dell’efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili, pari ad almeno il 3% del Pil europeo, che si può finanziare con buoni emessi dalla Banca Europea degli investimenti e sostenuti dalle Banche Centrali Europee.
RIFORMARE IL REGOLAMENTO DI DUBLINO
Per affrontare il tema dell’immigrazione, come prima cosa, va “radicalmente riformato” il Regolamento di Dublino, che “limita la circolazione dei richiedenti asilo. Per La Sinistra occorre quindi, tra le altre cose, garantire la possibilità di ingresso in Europa per ricerca di occupazione; la realizzazione di canali di ingresso certi per richiedenti asilo; investimenti per le politiche di inclusione sociale che prevedano la regolarizzazione delle donne e uomini già presenti negli Stati membri, compreso chi è stato costretto a svolgere lavoro irregolare emerso; la possibilità di voto amministrativo ed europeo; l’armonizzazione estensiva delle norme per l’ottenimento della cittadinanza, garantendo in ogni paese lo ius soli.
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