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Cosa c’è dietro la frenata di Crosetto sull'”opposizione giudiziaria”

Crosetto

In 48 ore il ministro Crosetto precisa e puntualizza le proprie iniziali dichiarazioni sull’opposizione giudiziaria e su riunioni di correnti della magistratura che hanno sollevato un polverone politico-mediatico

Dopo aver acceso la miccia, parlando di “opposizione giudiziaria”, riferendo di “riunioni di una corrente della magistratura”, riportando virgolettati e ipotizzando l’avvio di una stagione di inchieste ai danni del centrodestra prima delle Europee, il ministro Crosetto inchioda sui freni.

Da New York, a margine dell’incontro con il segretario generale dell’Onu, l’esponente del governo in quota Fdi spiega che le sue erano solo preoccupazioni e che si riferivano a riunioni pubbliche e quindi c’era poco da denunciare. Ma come e perché si è arrivati a questo drastico e repentino cambio di prospettiva?

COSA AVEVA DETTO IL MINISTRO AL CORRIERE DELLA SERA

Domenica, in chiusura di intervista resa al Corriere della Sera, Crosetto aveva detto: “L’unico grande pericolo” per la continuità di questo governo “è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria”. Per poi argomentare meglio: “A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a “fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra questa stagione, prima delle Europee..”.

DOPO 24 ORE, CROSETTO: “NON ERA UN’ACCUSA MA UNA PREOCCUPAZIONE”

A distanza di 24 ore “l’unico grande pericolo” rappresentato da “un’opposizione giudiziaria” si trasforma in una “preoccupazione”. Su X scriveva ieri: “Una risposta al fondo di un’intervista su tutt’altro. Una risposta nella quale racconto una cosa riferitami. Una preoccupazione, non un attacco. Dico che voglio riferire al Parlamento. Vengo attaccato, insultato, minacciato, offeso. Preventivamente. Dovrei avere paura? Non ne ho”. Crosetto però mantiene il punto sul fatto che si tratti di “una cosa riferitami”, in linea con quanto aveva dichiarato il giorno prima al Corriere, ovvero di racconti “di riunioni di una corrente della magistratura”.

DOPO 48 ORE, CROSETTO: “HO PARLATO DI RIUNIONI PUBBLICHE, C’È POCO DA DENUNCIARE”

Oggi, da New York ecco cosa ha dichiarato Crosetto: “Avendo parlato io di riunioni pubbliche fatte da associazioni mi pare che ci sia poco da denunciare. In una risposta incidentale in un articolo del Corriere su tutto un altro tema ho soltanto detto una cosa che mi aveva colpito, se vogliono che la riferisca in parlamento la riferisco volentieri. Siccome però non sono il ministro della Giustizia, per rispetto istituzionale preferisco farlo in alcune commissioni tipo la commissione antimafia o il Copasir, decidano loro quale ritengono migliore”.

COSA C’È DIETRO LA FRENATA DI CROSETTO?

A cosa si deve questa retromarcia? Scrive oggi La Stampa: ‘Che il Capo dello Stato voglia scongiurare una guerriglia istituzionale sulla giustizia lo prova il fatto che, nel corso della giornata di ieri, all’interno della maggioranza si sono rincorse voci di un suo intervento per svelenire il clima è riportare i rapporti a una normale dialettica. Secondo fonti di governo – riferisce il quotidiano torinese – ci sarebbe stato anche un contatto tra il Quirinale e Crosetto, in cui il ministro avrebbe provato a ridimensionare le sue parole’.

“Qualcuno vuole solo montare un caso” sono i virgolettati attribuiti da La Stampa che annota: ‘una retromarcia che stona con quanto accaduto nelle ore precedenti. Dopo l’intervista al Corriere della sera da cui si è scatenata la polemica – ricordano i giornalisti Olivo e Lombardo – per tutta la domenica il ministro ha mantenuto fede alle sue parole, ha fatto filtrare che Meloni fosse a conoscenza delle sue accuse ai pm e di riferirsi in particolare alle conclusioni del congresso di Area, la corrente più a sinistra dell’Associazione nazionale dei magistrati”.

Leggi anche: I precedenti scontri tra il governo Meloni e la magistratura

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