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Cosa si dice in Parlamento sul Piano Mattei

Piano Mattei Le Posizioni In Parlamento

Le posizioni di Aoi, Recommon, Link2007 e Anci sul decreto Piano Mattei del governo Meloni 

Dall’assenza di dotazioni finanziarie, al rischio di conflitto di interessi in cabina di regia fino alla preoccupazione che vengano coperte le prerogative della legge sulla Cooperazione.  Sono i cahiers de doléances espressi oggi sul decreto ‘Piano Mattei’ del governo Meloni dai rappresentanti dei Comuni e di organizzazioni-associazioni non governative in audizione presso la commissione Esteri-Difesa del Senato.

PIANO MATTEI, ANCI: NECESSARIO RIFLETTERE SU RELAZIONI CON SISTEMA COMUNI

Valutazioni positive con distinguo per l’Anci, rappresentata dal sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, il quale ha voluto ricordare “il modo in cui i Comuni nell’epoca più recente – ma in alcuni casi storicamente – hanno avviato rapporti che con il tempo si sono evoluti con tantissimi contesti africani che hanno raggiunto” livelli di “partenariato estremamente avanzati”.

In questo momento ci sono 50 ambiti territoriali in territorio africano dove i Comuni italiani hanno sviluppato partenariati e prodotto una serie di risultati progettuali come realizzazione di punti nascite, scuole, attività di formazione del personale della Pa e consulenza nella progettazione urbana. “Queste relazioni – ha aggiunto Vecchi – hanno il merito di attivare anche competenze locali italiane. Quindi è attuale e necessario che nel contesto del Piano Mattei si faccia riflessione su come tenere in relazione il sistema dei Comuni italiani e più in generale quello della società civile”.

LINK 2007: ASSENZA DOTAZIONI È CRITICITÀ VERSO SUMMIT GENNAIO

La mancanza di “riferimenti a fonti di finanziamento” è la principale preoccupazione di Roberto Ridolfi, presidente di Link 2007 ed ex ambasciatore Ue. Un aspetto “abbastanza critico”, ha spiegato. “Come andiamo – si è chiesto Ridolfi – a presentare nel summit di gennaio con i Paesi Africani, come Italia, un nuovo piano senza dotazioni? Per questo – ha aggiunto – ci sembra importantissimo che quello che viene proposto come sviluppo economico, anche azionando le imprese italiane, sia valutato sul profilo del rischio e della sostenibilità sociale con azioni complementari essenziali per la riuscita degli investimenti”.

PIANO MATTEI, UNHCR: NESSUNA MENZIONE PER RIFUGIATI E SFOLLATI

Altra critica è stata quella sollevata da Chiara Cardoletti, rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino dell’Unhcr, secondo cui “in questo momento il decreto non ha alcuna menzione né sui rifugiati né sugli sfollati. Parla di prevenzione e contrasto all’immigrazione e di gestione di flussi migratori legali. Ma non parla di Paesi come il Ciad dove, ad esempio, sono rifugiate più di un milione e mezzo di persone”. Per l’agenzia Onu per i rifugiati, che auspica un coinvolgimento nella governance del Piano, “se non aiutiamo questi Paesi a fare questo tipo di lavoro cominceranno a risentirne a livello economico e climatico – i rifugiati usufruiscono delle risorse naturali esistenti – e cominceranno a decidere che forse non è il caso di farlo”.

AOI: PREOCCUPATI PER RISCHIO SOVRAPPOSIZIONI STRUTTURE-MANDATI

Preoccupazioni sono state espresse anche dall’Aoi, l’Associazione Ong/Osc italiane, con la sua rappresentante Silvia Stilli, in merito alla presenza di criticità che potrebbero mettere in discussione l’impianto della legge 125 del 2014 di riforma del sistema italiano di cooperazione allo sviluppo.

Nello specifico, il rischio “che vi siano sovrapposizioni di strutture o sovrapposizione di mandati. Per esempio, sull’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, che è lo strumento che la legge ex novo ha costruito e che è il soggetto attuatore della programmazione politica, e la direzione generale della cooperazione allo sviluppo rispetto a indirizzi, programmi e azioni nei Paesi. Ci preoccupiamo anche che la struttura di missione non si sovrapponga all’azione destinata all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Quindi, né che ci sia un parallelismo di azione, né che ci sia una sovrapposizione”.

PIANO MATTEI, RECOMMON: DA CDP-SACE IN CABIA REGIA CONFLITTO INTERESSI

Un altro rischio sollevato è quello di un possibile conflitto di interessi. A farlo emergere è stato Antonio Tricarico di ReCommon con riferimento “alla partecipazione di pari rango di altri soggetti alla cabina di regia. L’attuale formulazione è in parte fonte di preoccupazione per noi al riguardo. In primis le istituzioni finanziarie pubbliche – Cdp, Sace, Simest – dovrebbero essere indirizzate con forza nel loro operato da parte del Governo e essere allineate agli obiettivi di politica estera. Nonostante sia utile la loro consultazione, riteniamo che la partecipazione di pari rango al processo decisionale rappresenti un conflitto d’interessi dal momento che queste istituzioni hanno relazioni preferenziali con alcuni soggetti economici privati che potrebbero essi stessi essere beneficati dal piano”.

 

– Leggi anche: Perché Meloni è il camaleonte d’Europa e la leader più concreta. Report Politico

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