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Chi sono i favoriti alle elezioni regionali

Elezioni Regionali

Il 20 e 21 settembre si voterà per le elezioni regionali in Liguria, Toscana, Veneto, Campania, Puglia, Marche e Valle d’Aosta. Test importante per il governo giallorosso

Il voto per le elezioni regionali del 20 e 21 settembre coinvolgerà sette regioni e diciotto milioni di elettori. Si rinnoveranno i governatori delle regioni Liguria, Toscana, Veneto, Campania, Puglia, Marche e Valle d’Aosta. Oltre alle possibili conferme o agli sconvolgimenti regionali sarà lo stesso governo a essere messo alla prova.

TOTI E SANSA IN LIGURIA

In Liguria, come forse anche nelle Marche, si metterà di nuovo alla prova l’alleanza di governo Pd-M5S. Dopo l’esito positivo (per i grillini) della votazione sulla piattaforma Rousseau, il Movimento 5 Stelle si mette alla prova per vedere se il rapporto con il Pd reggerà al test di settembre. I protagonisti saranno il governatore uscente Giovanni Toti, ex Forza Italia e ora leader di Cambiamo!, e il giornalista del Fatto Quotidiano Ferruccio Sansa, candidato sostenuto dai giallorossi. Stando agli ultimi sondaggi, Toti risulta in vantaggio sull’avversario di diversi punti percentuali. Ciononostante il risultato potrebbe non essere così netto come quello del 2015. Il governatore uscente può contare sul sostegno di Lega e Forza Italia. Sansa invece ha messo d’accordo Pd e M5S ma non ha ottenuto l’appoggio Italia Viva che, insieme ad Alleanza Civica, +Europa, Partito Socialista Italiano e Partito del Valore Umano, ha deciso di puntare su Aristide Massardo.

MANGIALARDI E ACQUAROLI NELLE MARCHE

Nelle Marche, i principali volti della campagna elettorale sono quelli di Maurizio Mangialardi, sindaco uscente di Senigallia per il centrosinistra, e Francesco Acquaroli, deputato di Fratelli d’Italia. A poco più di un mese dal voto, i sondaggi danno un vantaggio da 4 a 8 punti percentuali ad Acquaroli, che si presentò 5 anni fa ma fu nettamente sconfitto dal governatore uscente Luca Ceriscioli (Pd) che non è stato confermato per la ricandidatura. La campagna elettorale comunque entrerà nel vivo solo alla fine del mese di agosto. La presenza costante di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani nella regione è la dimostrazione di quanto l’esito del voto nelle Marche sia importante anche in chiave nazionale.

GIANI E CECCARDI IN TOSCANA

Il leader della Lega, Matteo Salvini, si sarebbe fatto vedere anche in Toscana per sostenere la candidata Susanna Ceccardi. Tuttavia, i sondaggi mostrano un lieve vantaggio per il candidato del centrosinistra e presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani. Grazie al suo ruolo, Giani conosce bene i temi caldi della regione e a sostenerlo ci saranno sei liste: +Europa, Italia Viva, Pd, Orgoglio toscano per Giani, Sinistra Civica Ecologista, Verdi e Svolta. Contro di lui il centrodestra ha puntato sull’eurodeputata Ceccardi, conosciuta anche come la “zarina”. È una fedelissima di Salvini, prima candidata dalla Lega Toscana, poi scelta anche da Fratelli d’Italia e Forza Italia.

VERSO IL BIS DI ZAIA IN VENETO E DE LUCA IN CAMPANIA

Sia in Veneto che in Campania, gli elettori si preparano a un bis per i propri governatori. Luca Zaia, è visto da tutti alla guida della regione per la terza volta e se dovesse vincere potrebbe insidiare l’attuale segretario della Lega Matteo Salvini e diventare il prossimo leader nazionale. Secondo i sondaggi, il governatore uscente ha raggiunto l’80% delle preferenze mentre il centrosinistra si arresta al 12% rischiando una debacle come nel 2015. Il candidato che sfida Zaia è il civico ex vice sindaco di Padova, Arturo Lorenzoni, sostenuto da Pd, Il Veneto che Vogliamo, Verdi Europa, Più Europa. Anche Vincenzo De Luca (Pd), in Campania, sembra favorito per restare alla guida della regione, nonostante gli ultimi sondaggi inizino a mostrare qualche cedimento. La distanza tra lui e il candidato del centrodestra, Stefano Caldoro, sta diventando infatti sempre minore.

IL TEST IN PUGLIA È UNO DEI PIÙ DELICATI PER IL GOVERNO

Segni di fragilità per il governatore uscente Michele Emiliano, che i sondaggi danno in lieve vantaggio su Raffaele Fitto. Se dovesse vincere Fitto, il risultato sarebbe significativo per la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Intanto i candidati sono già stati messi alla prova dalla questione della doppia preferenza, introdotta con decreto dal Governo a causa della mancata risoluzione da parte della regione. Il Pd potrebbe già aver trovato il numero adeguato di donne da mettere in lista, tra l’assessore al Turismo Loredana Capone, l’ex alla Sanità Elena Gentile e Anita Maurodinoia, capace di raccogliere migliaia di voti sia alle elezioni regionali che a quelle comunali.

ELEZIONI ANTICIPATE IN VALLE D’AOSTA

Dalle ultime elezioni del 2018, il Consiglio regionale, ha visto cambiare presidente più volte (qui in Vale D’Aosta non è eletto dai cittadini, ma scelto a votazione all’interno del Consiglio). Dunque, si è reso necessario il ritorno al voto in anticipo rispetto ai tempi istituzionali. Attualmente la presidenza ad interim è nelle mani di Renzo Testolin, assessore del gruppo Union Valdôtaine. La legislatura del 2018 era iniziata con una sorpresa politica: l’elezione a presidente di Nicoletta Spelgatti, rappresentante della Lega, partito che non aveva mai espresso tale carica. La Lega ha da poco comunicato i suoi candidati per le elezioni di settembre.

OLTRE ALLE REGIONALI

Oltre al voto per le elezioni regionali, il 20 e 21 settembre si terrà anche il referendum costituzionale sul taglio al numero dei parlamentari. 51 milioni di elettori saranno chiamati alle urne per decidere l’esito della riforma varata poco meno di un anno fa. Non è necessario il quorum e i sondaggi scommettono su una vittoria del referendum proposto dai Cinque Stelle, il che garantirebbe alla maggioranza una notevole tranquillità per i mesi successivi.

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