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PNRR, oggi Draghi fa il punto sui progetti coi soldi del Recovery

PNRR Commissari Cantieri

Mentre l’Ue valuta l’operato dei 12 mesi precedenti sul PNRR, Draghi inizia a mettere a punto la strategia di quest’anno per ottenere la seconda tranche del Next Generation Eu. A preoccupare, però, l’entrata in scena Regioni ed Enti locali, che dovranno bandire i lavori al ritmo imposto dall’Europa…

Secondo Consiglio dei ministri del nuovo settennato di Sergio Mattarella. Il primo era stato tutto sommato agevole perché ha riguardato disposizioni anti Covid e nomine minori. Questo sarà tecnico, ma con tanta carne al fuoco capace di ingolosire la politica, visto che si parlerà della messa a punto del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza redatto dal governo italiano e approvato da Bruxelles su cui sarà innestata la speranza dell’uscita dalla crisi economica post pandemica.

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L’erogazione della seconda rata, in scadenza al 30 giugno 2022, presuppone il conseguimento di 45 traguardi e obiettivi entro il 30 giugno 2022 per avere accesso al contributo finanziario e di prestiti pari a 24,1 miliardi di euro, sul totale di 191,5 miliardi destinati all’Italia dall’Unione europea fino al 2026.

All’appuntamento con i membri del suo esecutivo e della sua variegata maggioranza, il presidente del Consiglio arriva forte dei risultati del PIL: +6,5% nel 2021. Un dato incoraggiante, benché distorto dalla prospettiva falsata data dal rimbalzo. Un altro risultato portato a casa dal premier, e che sperava probabilmente gli consentisse di salire al Colle, avendo ultimato la missione, è che tutti i 51 obiettivi previsti per il 2021 sono stati completati.

O almeno lo speriamo: la Commissione europea sta verificando proprio in questi giorni se abbiamo fatto i compiti a casa. In caso di esito positivo, staccherà il primo assegno da 24,1 miliardi, mentre l’esito negativo non può neppure essere contemplato, visto che farebbe scattare sulle sedie i falchi del Nord Europa, con cui il precedente Presidente del Consiglio dovette battagliare a lungo per ottenere questi soldi.

LE TAPPE DI QUEST’ANNO

Giugno sarà insomma il primo grande appuntamento per l’esecutivo. Dopo sei mesi, altri esami: a fine dicembre, infatti, il governo dovrà dimostrare di aver raggiunto altri  55 target se vuole trovare sotto l’albero (in realtà arriveranno ben più in là) pure la tranche da 21,8 miliardi.

Ma se finora tutto è andato liscio come l’olio, c’è un tema che preoccupa Palazzo Chigi: al momento il governo si è limitato a procedere con le riforme, mentre da quest’anno dovrà collaborare attivamente con Regioni ed Enti locali che avranno il compito di bandire i lavori. E si teme non siano in grado di tenere i tempi chiesti da Bruxelles…

CHE COS’È IL PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede un pacchetto di investimenti e riforme articolato in sei missioni. Il Piano promuove un’ambiziosa agenda di riforme, e in particolare, le quattro principali riguardano:

  • pubblica amministrazione
  • giustizia
  • semplificazione
  • competitività

Il Piano è in piena coerenza con i sei pilastri del Next Generation EU riguardo alle quote d’investimento previste per i progetti green (37%) e digitali (20%).

Le risorse stanziate nel Piano sono pari a 191,5 miliardi di euro, ripartite in sei missioni:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura – 40,32 miliardi
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica – 59,47 miliardi
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile – 25,40 miliardi
  • Istruzione e ricerca – 30,88 miliardi
  • Inclusione e coesione – 19,81 miliardi
  • Salute – 15,63 miliardi

Per finanziare ulteriori interventi il Governo italiano ha approvato un Fondo complementare con risorse pari a 30,6 miliardi di euro. Complessivamente gli investimenti previsti dal PNRR e dal Fondo complementare sono pari a 222,1 miliardi di euro.

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