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L’impero Wagner in Africa non finirà con la morte di Prigozhin

Wagner

L’impero costruito in Africa negli anni dai mercenari del gruppo Wagner, estensione del potere del Cremlino, continuerà anche dopo la morte di Prigozhin. Perché?

L’ultima apparizione di lui, stemmino Wagner in bella vista e mitra in spalla, è accompagnata da un panorama del Sahel. E dalle parole: faremo la Russia ancora più grande e l’Africa ancora più libera. Quattro giorni prima di morire. Ed è così: il miglior regalo di Prigozhin a Putin non sono i manicaretti dei suoi ristoranti a San Pietroburgo (ci cenava persino Bush), né la presa di Bakhmut nel Donbass. Ma un’enorme proiezione nel continente africano – ben oltre la fascia sub-sahariana. Non solo: ai danni della politica estera francese, e quindi occidentale. Vittorie diplomatiche, per di più, low cost.

L’IMPERO WAGNER IN AFRICA

In Africa, oltre alle armi Prigozhin ha usato il proprio carisma personale per costruire una specie di leggenda nera (non sempre di successo). A fine luglio una foto lo ritraeva con il capo-delegazione del presidente del Centroafrica (RCA) al summit Russia-Africa di San Pietroburgo (città dove il Gruppo Wagner ha sede). In Libia, i suoi uomini hanno combattuto con il generale Haftar per la presa di Tripoli, tra il 2019 e il 2020. In Sudan, nei conflitti per la successione al potere ha aiutato il generale Hemetti. In Mozambico, le sue milizie hanno dovuto ritirarsi dopo molte perdite. In RCA, a Wagner è affidata la sicurezza personale del presidente Touadera e i mercenari hanno respinto un’insurrezione che minacciava la capitale due anni fa. In Mali, il gruppo conta ormai 1600 membri, ed è una delle colonne che sorreggono il potere della nuova giunta militare.

WAGNER, IL SEGRETO DELLA SUA FORZA

La forza di Wagner poggia su una propaganda che ne moltiplica l’efficacia senza nemmeno bisogno di mandare le truppe sul campo; cosa che la distingue dalle classiche compagnie di mercenari. In Burkina Faso e in Niger il martellamento social del gruppo ha spostato l’opinione pubblica in favore della Russia e contro i governi filo-francesi, rovesciati poi da colpi di stato bene accolti dalla gente del posto, senza sparare un colpo. Wagner influisce sulle elezioni: in Madagascar è attiva dal 2018, mentre in RCA i suoi uomini hanno aiutato a organizzare il referendum costituzionale del 30 luglio, che accentra i poteri nelle mani del presidente.

PERCHÉ L’IMPERO SOPRAVVIVERÁ A PRIGOZHIN

Ma i mercenari oggi orfani sono anche una potenza economica. Va bene il carisma, ma Prigozhin ha saputo costruire una formidabile sovrastruttura finanziaria che va dalle miniere d’oro e di diamanti allo sfruttamento di legnami pregiati a traffici di ogni tipo, fino alla semplice esazione di tributi dai villaggi. Le ramificazioni di Wagner operano in autonomia, e questo ne accresce la capacità di guadagno e la flessibilità d’impiego. Sono ormai indispensabili all’influenza di Mosca nel continente, così come sono l’assicurazione sulla vita di svariati regimi locali.

Il regime di Putin, tuttavia, aveva deciso che tutto questo dovesse tornare sotto il controllo del Cremlino. Prigozhin era l’ostacolo che lo impediva.

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