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Cosa ha spinto Meloni a nominare Belloni sherpa G7 (e perché Tajani non sorride)

Belloni

Elisabetta Belloni nuovo sherpa della premier Meloni per il G7 e il G20, cosa significa politicamente e negli ambienti delle feluche

Rivoluzione alla diplomazia di Palazzo Chigi. L’ambasciatrice Elisabetta Belloni dalla prossima settimana sarà il nuovo sherpa della Presidenza del Consiglio per il G7 e il G20. A deciderlo la premier Giorgia Meloni. Un incarico che si aggiunge a quello, altrettanto delicato, che già ricopre alla direzione del Dis, il dipartimento del governo che ha il coordinamento dei servizi segreti. Belloni, come si legge sul sito del Corriere della Sera sarà infatti “anche coordinatrice di tutta l’attività diplomatica che si svolge intorno al G7, di cui l’Italia ha la presidenza quest’anno e che culmina nell’evento politico del 14 e 15 giugno, in Puglia”.

BELLONI PRENDE IL POSTO DI LUCA FERRARI, SPOSTATI A TEL AVIV

Una decisione sicuramente destinata a far discutere negli ambienti delle nostre feluche. Ad oggi a ricoprire il ruolo di sherpa della premier era l’ambasciatore di grado Luca Ferrari, già capo missione in Cina, e che ora andrà a dirigere la sede diplomatica italiana in Israele. Per Ferrari l’esperienza a Palazzo Chigi non si è rivelata delle migliori, nonostante gli inizi e gli indizi lasciassero prefigurare un upgrade. Era tra i papabili a sostituire l’ambasciatore Talò, l’allora consigliere diplomatico di Meloni, quando avrebbe dovuto lasciare per sopraggiunti limiti di età. Talò invece fu costretto alle dimissioni ai primi di novembre dopo il caso della telefonata dei comici russi, ma come consigliere diplomatico la premier poi scelse l’ambasciatore Fabrizio Saggio.

Adesso Giorgia Meloni sceglie Elisabetta Belloni per il ruolo “di capo dell’ufficio di Palazzo Chigi che si occupa delle relazioni internazionali e dei rapporti, in questi mesi, con Washington e le altre Capitali che appartengono al foro internazionale”. “Un cambio in corsa – scrive Marco Galluzzo sul Corriere.it – che forse rivela il desiderio del capo del governo di avere una figura più politica, e meno tecnica, per coordinare tutte le attività istituzionali e diplomatiche del G7 a guida italiana”.

BELLONI E’ LEGATA AI TRASCORSI IN FARNESINA, DOVE C’E’ TAJANI

Ma c’è chi maliziosamente fa notare che in qualità di “figura più politica” la sua presenza avrà certamente un peso maggiore e quindi potrebbe risultare anche ‘politicamente’ e mediaticamente più ingombrante. Spazi politici e mediatici che Belloni potrebbe sottrarre all’attuale ministro degli Esteri Antonio Tajani. Inoltre, c’è chi legge la scelta anche come un modo per la premier di avere un filo diretto con gli uffici della Farnesina, considerato che Belloni è stata per anni Segretario generale al ministero degli Esteri e capo dell’unità di crisi. Senza dimenticare “IL rapporto di stima e fiducia e reciproca con la presidente del Consiglio”.

CHI E’ ELISABETTA BELLONI

Prima di presiedere il DIS il nome di Elisabetta Belloni circolava insistentemente all’inizio del febbraio 2021 perché sembrava destinata a ricoprire la carica di ministra degli Esteri del governo Draghi. Dodici mesi dopo, il suo nome è finito nell’insalatiera dell’elezione del Capo dello Stato.

Elisabetta Belloni è nata a Roma nel settembre 1958 e si è laureata in Scienze politiche presso l’Università Luiss di Roma. Ha iniziato la sua carriera diplomatica nel 1985 prestando prima servizio al ministero degli Esteri presso la Direzione generale degli affari politici e poi nel 1986 presso l’Unido a Vienna.

LA LUNGA CARRIERA INTERNAZIONALE

Dal 1989 al 1992, come riportato dal sito della Farnesina, Belloni torna nuovamente alla Direzione affari politici, segue i lavori della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE), è vice capo della delegazione CSBM (Confidence and Security Building Measures) a Vienna e, in seguito, membro della delegazione italiana alla conferenza di Helsinki sui seguiti della CSCE.

Dal 1993 al 1996 è primo segretario a Vienna alla Rappresentanza diplomatica presso le Organizzazioni internazionali poi, fino al 1999, presta servizio all’Ambasciata d’Italia a Bratislava. Rientrata a Roma nel 1999, lavora presso l’Ufficio Russia della Direzione affari politici. Nel 2000 è capo della segreteria presso la Direzione per i Paesi dell’Europa; nel 2001-2002 è capo dell’Ufficio per i Paesi dell’Europa centro-orientale. Dal 2002 al 2004 è capo della segreteria del Sottosegretario di Stato agli Esteri. Nel 2004 diventa la prima donna a dirigere l’Unità di Crisi della Farnesina.

Dal 2008 al 2012 è Direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo; dal 2013 al 2015 assume le funzioni di Direttore generale per le Risorse e l’Innovazione. Promossa Ambasciatore di grado nel 2014, nel 2015 assume l’incarico di Capo di Gabinetto del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Su proposta dell’allora ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, viene scelta nel 2016 per succedere al Segretario Generale dimissionario Michele Valensise, diventando la prima donna a ricoprire l’incarico. A maggio 2021 l’allora premier Draghi la nomina direttrice generale del Dipartimento delle Informazioni per la sicurezza, la prima donna ad aver guidato l’agenzia di coordinamento dei servizi segreti.

I RAPPORTI DIPLOMATICI TRA ITALIA E ISRAELE

Tornando a Luca Ferrari, Tel Aviv è una sede diplomatica di grande prestigio e anche molto delicata, considerata la guerra in corso in Medio Oriente. Da notare che la notizia dell’avvicendamento arriva all’indomani di un’altra notizia che riguarda i rapporti tra Italia e Israele: come scrive oggi sempre il Corriere nella sua edizione cartacea: “il governo di Israele ha ritirato la nomina di Benny Kashriel come prossimo ambasciatore a Roma “dopo il rifiuto del governo italiano” (…) considerato troppo oltranzista, essendo stato sindaco dell’insediamento di Maale Adumim (est di Gerusalemme), quindi non gradito”.

Il trasferimento di Ferrari si inserisce tra l’altro in una girandola di altre nomine diplomatiche importanti, tra cui quella del ministro plenipotenziario Carlo Formosa andrà a Kiev, prendendo il posto di Pier Francesco Zazo, andato in pensione.

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