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Cosa succede nel centrodestra? Tutti gli scontri delle ultime ore

Centrodestra

Ministri contro direttori di testate ‘amiche’, gruppi parlamentari contro i propri ministri, critiche tra alleati. Ultimi giorni pieni di tensione all’interno del centrodestra

Salvini che incalza Meloni e Tajani sul Corriere della Sera, il direttore editoriale di Libero (giornale degli Angelucci) che sul quotidiano attacca gli alleati di Giorgia Meloni, Crosetto che annuncia querele verso il Giornale (anche questo degli Angelucci) diretto da Sallusti, il presidente della Camera Fontana (leghista) che va da Mattarella e si lamenta di come viene gestita l’agenda parlamentare, Fdi e Lega contro il ministro Valditara, la Lega che punta i piedi sui candidati alle regionali in Sardegna e non solo.

A mettere in fila gli scontri all’interno del centrodestra nelle ultime 72 ore si rimane alquanto basiti. Un cortocircuito politico mediatico che sta disorientando gli elettori e i lettori del centrodestra e che avrà fatto venire il mal di testa al sottosegretario Fazzolari, chiamato a settembre dalla premier Meloni a mettere un po’ di ordine nella comunicazione istituzionale.

CROSETTO ANNUNCIA QUERELA AL GIORNALE. SALLUSTI: “IL POTERE RENDE ARROGANTI”

Partiamo dal duro scontro tra il ministro Crosetto e il direttore Alessandro Sallusti.

Il Giornale giovedì ha titolato in prima pagina ‘Inchiesta su Crosetto’, con riferimento al fatto che il giorno prima il ministro aveva avuto un incontro con il Procuratore Capo di Roma sul tema da egli stesso sollevato nell’intervista al Corriere della Sera. “Il Giornale inventa di sana pianta un titolo gravemente diffamatorio, totalmente falso costruito evidentemente con il solo intento di infangare – è l’accusa di Crosetto – un atto gravissimo per il quale ho dato immediatamente mandato di denunciare in ogni sede possibile – continua – La cosa più grave è che non si può trattare di un errore (…) Il titolo e l’articolo del Giornale rivelano invece la chiara volontà di mistificare la realtà e trasmettere un messaggio, lo ripeto, tanto diffamatorio quanto falso, inaccettabile. Non posso ora esimermi dal capirne la ratio e soprattutto i mandanti.

A stretto giro è arrivata la replica del direttore Sallusti: “Mi sembra che il ministro sia molto nervoso e quando uno è nervoso perde la lucidità. L’articolo che abbiamo pubblicato è perfetto – rimarca Sallusti – il titolo è una sintesi come tutti i titoli lo sono”. L’inchiesta è, infatti, sul tema sollevato da Crosetto e non su Crosetto. “E questo – taglia corto il direttore – credo che lo capisca anche uno stupido…”. Sallusti ha poi ribadito nel suo editoriale di venerdì mattina che la risposta del ministro denota “scarsa lucidità” e in quando alla querela “è la conferma che il potere rende arroganti, ma soprattutto irriconoscenti che è cosa assai più grave”.

FDI E LEGA PIEGANO IL MINISTRO VALDITARA: STOP ALLA NOMINA DI CONCIA ‘EDUCATRICE’

L’ultima polemica riguarda il ministro dell’Istruzione Valditara, preso di mira dal fuoco amico di Fratelli d’Italia e Lega, quest’ultimo è il partito che ha espresso il ministro. Oggetto dello scontro è la scelta di Anna Paola Concia, attivista lgbt ed ex deputata del Pd, per il progetto ‘Educare alle relazioni’ promosso dal ministero dell’Istruzione e del merito. Una notizia che ha provocato sorpresa e resistenze anche nella maggioranza di centro destra e fra organizzazioni pro famiglia tradizionale. Eppure la scelta del ministro Giuseppe Valditara di nominare tre donne diverse ma pronte a collaborare come suor Anna Monia Alfieri, Paola Zerman e la stessa Concia, era partita con una dichiarazione comune di buona volontà delle tre prescelte.

Ventiquattrore di forti critiche che hanno costretto il ministro a una clamorosa retromarcia, decidendo di portare avanti il progetto senza la Concia e senza nessun altro ‘garante’ per evitare ogni tipo di strumentalizzazioni. Una decisione che non ha risparmiato Valditara da ulteriori critiche, per una sorta di ‘sfiducia’ di fatto da parte di pezzi della maggioranza, mentre Forza Italia lo difende.

LE LAMENTELE DI FONTANA  SULL’AGENDA PARLAMENTARE. PERCHE’ AL SENATO I PROVVEDIMENTI ‘PIU’ DELICATI’?

Seppur con le dovute smentite, che ci sia anche un problema di agenda parlamentare e di equilibrio dei provvedimenti trattati dai due rami del Parlamento è evidente. La lamentela emerse nei giorni scorsi, come riportato da LaPresse, è che a Palazzo Madama “vanno i provvedimenti più ‘delicati’ perché la Camera fa più filtro” col risultato che i deputati a Montecitorio sono spesso dei semplici passacarte. Una situazione che ha portato il presidente (leghista) della Camera Lorenzo Fontana ad andare a riferire dal capo dello Stato Mattarella.

L’ultimo caso è quello della Legge di Bilancio che si appresta a essere esaminata dal Senato mentre Montecitorio sarà costretta – con ogni probabilità – ad approvare velocemente la manovra, magari tra Natale e Capodanno. Grattacapo quindi per il ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani, di Fratelli d’Italia come il presidente del Senato La Russa. Oggi su La Stampa a rinnovare il malcontento dei rappresentanti della Camera bassa è stato l’ex presidente di Montecitorio Luciano Violante, sempre molto letto e ascoltato dalle parti di Palazzo Chigi.

ANCHE I GRUPPI EDITORIALI AL CENTRO DEGLI SCONTRI NEL CENTRODESTRA

Degli attriti tra Salvini e Meloni ne abbiamo già parlato, con il leader della Lega che ha inviato nei giorni scorsi una lettera al Corriere della sera sulle alleanze europee post elezioni, a cui è seguito nella stessa giornata un incontro di un’ora a Palazzo Chigi tra la premier e Matteo Salvini. Con l’obiettivo (più di Meloni) di provare a rasserenare il clima in vista delle importanti e partite europee che vedranno impegnato il governo italiano in queste settimane.

Per non parlare delle forti critiche del direttore editoriale di Libero quotidiano, Daniele Capezzone, agli alleati di Giorgia Meloni con l’interrogativo più o meno retorico: “perché nelle giornate difficili dopo tredici mesi di governo, solo la premier in persona è in grado di scendere in campo con efficacia? E’ una domanda che prima o poi qualcuno si dovrà porre, anche dalle parti di Palazzo Chigi”.

SALVINI PUNTA I PIEDI SU SOLINAS IN SARDEGNA

Infine, in merito alle candidature per le prossime Regionali l’accordo stenta ad arrivare. Anche perché Salvini non ha alcuna intenzione di cedere sulla riconferma del governatore Solinas in Sardegna. “Nessuna riunione e nessun accordo con Meloni e Tajani per cambiare gli uscenti. In vista delle prossime elezioni regionali, la Lega sostiene che il centrodestra unito debba sostenere gli attuali governatori. In particolare, la Lega ha già chiari anche i nomi per gli aspiranti consiglieri regionali. Le liste sono chiuse al 90% e sono competitive” ha fatto sapere il leader del Carroccio nelle ultime ore e smentendo ogni tipo di indiscrezioni “totalmente prive di fondamento” a partire da possibili cambiamenti in Sardegna. Nei prossimi mesi andranno al voto Sardegna, Basilicata e Abruzzo ed entro l’anno anche Piemonte e Umbria.

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