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Così Brunetta col PNRR mira a sterilizzare le lobby

Sovranisti Brunetta Lobby

Le riforme si faranno speditamente e le lobby saranno «rese impotenti» dal Piano appena approvato in Parlamento, promette Brunetta

Un PNRR per ricostruire il Paese, ma anche per silenziare le lobby. È quanto annuncia il ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta, intervistato dal giornalista economico del Corriere Federico Fubini. «Possiamo sciogliere questi egoismi grazie all’unità nazionale e al catalizzatore dei soldi. E questo nonostante le corporazioni e le lobby», annuncia.

LE LOBBY CATTIVE MESSE NEL MIRINO DI BRUNETTA

«Possiamo aprire una finestra di almeno 5 anni di riforme strutturali – spiega Brunetta -, sciogliendo nel Recovery tutti i grumi di interessi che bloccano il Paese. Giustizia, pubblica amministrazione, concorrenza, fisco. Sono tutte facce della stessa medaglia. Ma possiamo sciogliere questi egoismi grazie all’unità nazionale e al catalizzatore dei soldi. E questo nonostante le corporazioni e le lobby».

E al giornalista che gli chiede se col PNRR si scioglieranno anche le lobby, replica: «No, continuano a esserci. Ma sono rese impotenti. E questo fenomeno si chiama momento Italia. Ricordo tra l’altro che il 9 maggio inizia la Conferenza sul futuro dell’Europa e con Draghi possiamo giocare un ruolo centrale. La domanda è: dopo il momento Merkel, dove vogliamo andare?».

Ma Brunetta ora è al lavoro soprattutto sul decreto Semplificazioni che, come ricordavamo ieri, sarà essenziale per mettere a terra gli investimenti straordinari del Next Generation Eu: senza rischiano infatti di trovarsi davanti un collo di bottiglia fatto di autorizzazioni, controlli, legacci e vincoli burocratici. «Siamo quasi pronti – ha spiegato il titolare del dicastero della Funzione pubblica -, dobbiamo approvarlo entro metà maggio. È la madre di tutte le battaglie, innesco anche per le altre riforme. Ci stiamo lavorando da oltre due mesi con tutti i ministri. Io sto facendo istruttorie approfondite e non saranno misure una tantum, ma con cadenza annuale. Ovviamente non è semplice perché la complessità delle procedure non è mai frutto del caso. Ma occorre essere chiari: perdere questa occasione vuol dire non essere in grado di ripagare il debito pubblico accumulato per far fronte alla pandemia e perdere qualsiasi credibilità nei confronti dell’Europa e del mondo. Non potremmo mai perdonarcelo. Come ha ricordato il presidente Draghi, il nemico è la stupidità. Ora serve tutta l’intelligenza, individuale e collettiva, di cui siamo capaci».

 

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