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Fuori dalla “gabbia” europea, il programma del Partito comunista

Per l’economia industria di Stato, salario minimo e ritorno ad articolo 18. Ecco il programma del Partito comunista per le europee 2019

È il Partito comunista l’unica forza politica, insieme a Casapound, a sostenere l’uscita dell’Italia dall’Ue e dall’Euro, aderendo all’appello comune dei partiti comunisti e dei partiti e forze della sinistra anticapitalista continentali.

ROMPERE LA GABBIA DELL’UE E DELL’EURO

Per il Pc (ammesso “d’ufficio” dalla Cassazione alla competizione elettorale) “l’Unione Europea è irriformabile alla luce dei trattati, delle politiche che ne discendono, delle volontà in campo, ed è irrealistica la possibilità della rinegoziazione dei trattati” e dunque occorre “rompere la gabbia rappresentata da questa Unione Europea e dall’Euro, che ne è il collante”. Quella che vuole il partito di Marco Rizzo è “un’altra Europa, dall’Atlantico agli Urali, un’Europa che ha in una dimensione sociale avanzata, tutelante, la propria ragion d’essere, un’Europa della democrazia, della cooperazione tra stati sovrani con uguali diritti, volta alla pace, alla collaborazione, alla solidarietà con il mondo”. Oltre all’uscita dall’Ue, il Pc vuole “l’uscita dalla Nato e il ritiro delle forze armate da ogni guerra imperialista”.

REINTRODUZIONE DELL’ARTICOLO 18

Per quanto riguarda il lavoro e l’economia, il Pc propone la reintroduzione dell’articolo 18; un salario minimo garantito di 10 euro netti all’ora; lo stop alle privatizzazioni e, anzi, l’avvio di un piano di nazionalizzazioni; infrastrutturazione e reindustrializzazione del Paese con ingenti investimenti pubblici; una “nuova programmazione economica e democratica dello Stato”. Devono essere anche fusi Banca d’Italia e Ministero del Tesoro, per “tenere bassi e stabili i tassi di interesse” sui titoli di Stato.

ISTRUZIONE PUBBLICA GRATUITA

Grande spazio, nel programma, viene dato ai giovani. Il Pc propone la gratuità universale dell’istruzione pubblica dalla scuola materna all’Università; riscatto gratuito degli anni universitari; rilancio della cooperazione giovanile, “come modello alternativo di lavoro e di società”; biennio di lavoro garantito e retribuito presso strutture dello Stato per tutti i neolaureati in conformità al percorso di studi.

NO ALLA CHIUSURA DELLE FRONTIERE

Sul fronte dell’immigrazione, il Pc si oppone alla politica di chiusura delle frontiere e dei respingimenti. “Non serve – si legge – una chiusura nazionalista quale quella invocata, perseguita in tanta parte d’Europa dalla destra, che mostra il proprio volto semplificando come sempre il proprio messaggio, promuovendo una ‘guerra tra poveri’ all’insegna della xenofobia e del razzismo, proponendo l’equazione immigrazione uguale insicurezza, dando fiato a manifestazioni di chiaro stampo fascista, neo nazista, e che finisce con il rappresentare un pericolo per il futuro democratico dei Paesi interessati, dell’Europa stessa”.

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