I Graffi di Damato sull’incarico dopo il secondo giro di consultazioni al Quirinale e tutte le incognite dietro un governo Conte bis
Sciogliere le Camere non è nei pensieri di Mattarella
Il capo dello Stato è preoccupato, irritato e deluso dopo il suo primo giro di consultazioni, ed anche in vista del secondo. I graffi di Francesco Damato
Perché è emblematica la faccia felice di Roberto Fico accolto al Quirinale
Ecco quali sono i subbugli a 5 Stelle fra Grillo, Fico, Casaleggio e Di Maio in vista di un governo rosso-giallo. I Graffi di Damato
Perché Zeffirelli non fu nominato senatore a vita?
I Graffi di Damato
Le novità sul caso Palamara
I Graffi di Damato
Chi ha festeggiato la Repubblica al Quirinale
I Graffi di Damato sulle tensioni che continuano a pesare sulla politica italiana nascoste ieri alla festa della Repubblica al Quirinale
Conte fra Mattarella e Salvini
Pare che durante l’ultimo Consiglio dei Ministri il premier Conte si si sia fatto scudo di Sergio Mattarella per fronteggiare le sollecitazioni di Matteo Salvini a varare il nuovo decreto legge su sicurezza e immigrazione. Comportamento non gradito al Quirinale. I graffi di Damato
Tutte le ultime novità nel governo. I Graffi di Damato
I Graffi di Damato
Stop finanziamenti alle società che producono mine antiuomo, la legge al Senato
Proposta era stata approvata ma rinviata alle Camere da Mattarella. Da lunedì 29 sarà all’esame dell’Aula del Senato
Ecco chi sono i “papabili” senatori a Vita
Si fanno i nomi di Draghi, Guzzetti ed Emanuele. Ma la Lega stoppa: “Noi i Senatori a Vita li vorremmo togliere dalla Costituzione”.
Le tensioni tra i giallo-verdi e il ruolo del Quirinale
I Graffi di Damato
Piersanti Mattarella, Giulio Andreotti e i veleni dei ricordi
I Graffi di Damato
Che cosa succede tra Quirinale e Palazzo Chigi?
Il commento di Francesco Damato sulle tensioni fra Governo Conte e Mattarella
Ecco quali sono i poteri del capo dello Stato che Grillo vorrebbe limitare
Con i numeri in Parlamento dello schieramento di maggioranza sarebbe possibile effettuare le modifiche al testo costituzionale volute da Grillo ma non raggiungere i due terzi necessari per “schivare” l’eventuale referendum
Manovra e condono, come si è mosso il Quirinale su Palazzo Chigi
I graffi di Damato su quello che sta succedendo al Quirinale per colpa di Palazzo Chigi
Chi c’è dietro le “manine” evocate da Di Maio?
Prima del Dl fiscale c’erano stati il Decreto dignità e il provvedimento su Genova
Lo scorso luglio era successo con il Decreto Dignità: Luigi Di Maio aveva denunciato una manomissione del testo evocando il complotto delle lobby. Stavolta nel mirino del leader pentastellato è finito il dl fiscale che, a suo dire, sarebbe arrivato al Quirinale manomesso. “Se ci facciamo passare sotto al naso provvedimenti così, allora cominciano i problemi grossi – ha detto Di Maio a Porta a Porta su Rai1 – questo è il governo col più alto numero di nemici. Hanno già provato a farci giochetti con il decreto Dignità”. A settembre, invece, era stato il provvedimento su Genova a far gridare allo scandalo.
LA “MANINA” SUL DL FISCALE ARRIVA DAL MEF?
Ma procediamo con ordine. L’ultima “manina”, quella che secondo il vicepremier ha modificato il testo del decreto fiscale inserendo delle norme sul condono e lo scudo fiscale per i capitali all’estero – portando a evocare denunce alla Procura della Repubblica e promesse di “non voto” – secondo il Fatto Quotidiano sarebbe opera della Direzione generale delle Finanze diretta da Fabrizia Lapecorella. Anche se non è chiaro come e da chi la bozza sia stata scritta i funzionari del Mef, hanno assicurato di aver solo eseguito le indicazioni della presidenza del Consiglio che vengono dal sottosegretario, Giancarlo Giorgetti. A Porta a Porta Di Maio alla domanda di Vespa se dietro questa vicenda possa esserci proprio Giorgetti, Di Maio ha risposto di non credere a tale eventualità provocando anche la replica di Matteo Salvini: “Noi siamo gente seria non sappiamo niente di decreti truccati”. Sempre il Fatto Quotidiano racconta che stavolta gli uffici ministeriali vengono bacchettati, sia pure indirettamente, dallo stesso Quirinale che avrebbe invitato il ministero a rimuovere quella norma. Fonti dell’alto Colle romano, infatti, hanno fatto sapere al quotidiano di aver “chiesto di modificare le parti sulle depenalizzazioni” pur non sapendo “come le modifiche saranno effettuate”.
I PUNTINI AL POSTO DELLE CIFRE SULLE COPERTURE DEL DECRETO GENOVA
Sul decreto per la ricostruzione di Ponte Morandi erano stati invece lasciati degli spazi vuoti al posto delle cifre sulle coperture finanziarie dopo il passaggio della bozza alla Ragioneria di Stato, che aveva rifiutato la bollinatura. Come raccontava Repubblica (in un articolo a firma di Carmelo Lopapa) gli spazi bianchi spuntati che sostituivano le cifre delle coperture, “riguardavano i costi per gli aiuti alle aziende, le misure sull’area del porto e della zona franche, la deroga alla riforma Madia per le assunzioni nella Pa”. ma nel testo sarebbero emersi altri punti poco chiari come i risarcimenti indeterminati, la ricostruzione affidata a un soggetto diverso da Autostrade senza la revoca della concessione, e la richiesta di finanziamenti al concessionario stesso.
GLI EFFETTI NEGATIVI SULL’OCCUPAZIONE DEL DECRETO DIGNITÀ
In precedenza c’era stato il Decreto Dignità come ricorda il Corriere della Sera che “nottetempo avrebbe inserito nella relazione tecnica al dl dignità i dati sugli effetti negativi sull’occupazione” investendo a più livelli il rapporto fiduciario tra Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Economia, Ragioneria Generale dello Stato e Inps. In quell’occasione, il vicepremier pentastellato aveva individuato la manina “non nell’ambito del Ministero dell’Economia” ma “forse di Boeri, dicevano – che ha manomesso la relazione tecnica del ‘decreto dignità’ inserendo la cifra di 8 mila disoccupati”, scrive Il Foglio ricordando anche un’altra manina: “Quella dietro la vicenda del master in America (tarocco) di Rocco Casalino”.