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Perché Andrea Marcucci lascia il Pd e passa al Terzo Polo?

Andrea Marcucci Pd Terzo Polo

Il partito di Elly Schlein, che comunque incontrerò, è troppo lontano da mie idee”, ha scritto sabato sui propri profili social l’ex senatore Pd

Nuovo, forse atteso, cambio di scena politico e partitico nell’area di centro-sinistra. Andrea Marcucci ha annunciato il suo addio al Partito Democratico per passare al Terzo Polo.

Cosa è successo?

MARCUCCI: “IL PD DI SCHLEIN TROPPO LONTANO DALLE MIE IDEE”

Un fulmine a ciel sereno? Decisamente no. Che nel Pd esistessero, convivessero e si differenziassero chiaramente tante anime era, è e sarà cosa nota. A maggior ragione dopo l’insediamento della nuova segreteria guidata da Elly Schlein. La quale, per ora solo a parole, ha promesso un cambio di marcia non tanto ideologico ma identitario e posizionale per il partito del Nazareno.

Dalle questioni ambientali a quelle estere, anche se – appunto – nei fatti almeno al momento tutto ciò sta facendo i conti con la realtà.

E proprio di questa realtà discordante, che in teoria vuole virare a sinistra, che si è stancato definitivamente Andrea Marcucci. Il quale, dando l’addio al partito che lui stesso ha contribuito a fondare, ha deciso di spostarsi verso lidi più centristi, liberali e riformisti. Seguendo le orme di Beppe Fioroni, primo ad auto-silurarsi già due mesi fa.

Detto che le posizioni renziane di Marcucci erano note, anche negli ultimissimi giorni l’ex senatore toscano aveva dispensato consigli e apprezzamenti attorno all’ex premier fiorentino e alla vicenda terzo-polista crollata dopo le liti social tra i leader di Iv e Azione.

Quindi, l’ufficializzazione del passaggio all’area lib-dem. “Non rinnovo la tessera del Pd per il 2023”, ha scritto sabato sui suoi social. “Il partito di Elly Schlein, che comunque incontrerò, è troppo lontano dalle mie idee. Lavorerò, con inguaribile ottimismo, per favorire la federazione del Terzo Polo”.

“Da due mesi, con la vittoria di Elly Schlein, è apparso evidente a tutti quanto sarebbe stata difficile la mia permanenza”, ha spiegato Marcucci a Laura Cesaretti del Giornale. “Penso che all’Italia serva una forza politica che si batta per far ripartire l’ascensore sociale, per garantire ai giovani un futuro con più uguaglianza”.

E, poi, direttamente sulla nuova segretaria: “È un bene, come ho detto, che il Pd tenti di ridimensionare il M5S, ma a patto che non ne acquisisca l’agenda. Certo avrei avuto meno dubbi se Schlein, a differenza di Conte, avesse ad esempio sostenuto con più convinzione il sindaco di Roma sul termovalorizzatore”. Spiegando che le anime lib-dem nel nuovo Pd sono già confinate ai margini e che solo nell’area terzopolista possono trovare riparo per sfuggire “alla morsa Meloni-Schlein”.

GLI AUGURI A DI MAIO

Ieri, intanto, lo stesso Marcucci ha augurato buon lavoro a Luigi Di Maio.

L’ex vicepremier e ministro del Lavoro e degli Esteri, infatti, è stato nominato da Joseph Borrell (responsabile della politica estera Ue) come prossimo rappresentante di Bruxelles per il Golfo.

 

 

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